Il passaggio parlamentare della manovra porterà probabilmente qualche piccolo cambiamento, fermo restando il saldo invariato, sui temi a cui il Governo sta già lavorando come le pensioni di alcuni dipendenti pubblici, o come gli affitti brevi o il bonus psicologico.
‘La manovra in Parlamento si può migliorare sicuramente, credo che sulla questione delle pensioni si possa aggiustare qualcosa per impedire che medici e infermieri lascino il lavoro per andare in pensione anticipatamente’, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Se i partiti di maggioranza non hanno presentato emendamenti, le opposizioni hanno avuto tempo fino alle 20 di ieri, 21 novembre, per depositare diverse proposte. Il Movimento 5 stelle ne ha annunciati quasi mille: 956 per l’esattezza. Anche il Partito Democratico ha preparato la ‘contro-manovra’. Punto centrale della proposta dem, riferiscono fonti Pd alla Camera, sarà il salario minimo con la creazione di un fondo per finanziarlo. Il PD propone anche di prevedere un credito di imposta per quelle imprese che non sono in grado di adeguarsi ai nove euro di paga minima oraria prevista dal testo delle opposizioni entro il 2024. Mentre si cominciava a votare sul salario minimo in commissione lavoro alla Camera le opposizioni pronte a fare ostruzionismo in commissione dove, come detto, era in discussione la proposta di legge sul salario minimo, che ha come primo firmatario Giuseppe Conte, dopo che la maggioranza ha presentato un emendamento a firma del presidente della commissione Lavoro della Camera Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia, che modifica radicalmente la proposta di legge presentata dal centrosinistra. Tutti e 69 i deputati del Partito democratico erano iscritti a parlare.
L’emendamento della maggioranza impegna il governo ad adottare entro sei mesi «su proposta del ministro del Lavoro» una serie di decreti legislativi «in materia di retribuzione dei lavoratori e contrattazione collettiva» al fine di «garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione». Obiettivo che secondo l’emendamento dovrà essere raggiunto «rafforzando la contrattazione collettiva» e prendendo a riferimento i «trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati». Nel testo non è prevista una soglia di salario minimo per legge. La proposta del centrosinistra prevede, invece, la cifra di 9 euro lordi.
«Chiediamo il ritiro dell’emendamento Rizzetto che trasforma la legge di iniziativa parlamentare delle opposizioni in una delega al governo. La maggioranza si confronti con noi sul merito delle proposte anziché mettere tutto nelle mani dell’esecutivo. Il nostro è un appello a liberare l’autonomia del Parlamento», attaccano i capigruppo delle opposizioni in commissione Lavoro Arturo Scotto Pd, Valentina Barzotti M5s, Franco Mari Avs e Antonio D’Alessio Azione. – «Daremo battaglia». L’emendamento «stravolge una proposta di legge presentata dalle opposizioni trasformandola in una legge delega al governo», attacca il Movimento 5 Stelle. Il M5s chiama in causa direttamente Rizzetto: «Il suo è un lampante e incredibile conflitto di interessi, visto che sarà proprio Rizzetto a giudicare l’ammissibilità o meno dell’emendamento di cui è primo firmatario. Non ha avuto nemmeno il buon gusto di far firmare l’emendamento ad un suo collega», dicono fonti M5S.
«Le opposizioni avevano dodici anni per poter approvare e calendarizzare una proposta sui salari. Penso che la loro sia una battaglia ideologica e non mi sembra che l’estate militante di Schlein sia andata benissimo sotto questo punto di vista», replica Rizzetto. «Non diciamo no al tema dei salari, soprattutto rispetto ai rilievi che ha fatto il Cnel. Stiamo dicendo che la proposta dell’opposizione non rappresenta lo strumento giusto per rispondere alla questione sui salari», ha aggiunto il presidente della Commissione lavoro.
Intanto fonti parlamentari fanno sapere che sono circa 2.000 gli emendamenti alla legge di Bilancio che le opposizioni presenteranno al Senato, in attesa che scada il termine per presentare le modifiche, previsto alle 18 di ieri. Il numero più consistente di emendamenti è, come detto, del M5s con 956 proposte, seguito dal Pd con più di 600. Circa 300 hanno la firma di Alleanza Verdi e Sinistra italiana, mentre un centinaio saranno presentati da Italia viva e una novantina da Azione. La maggioranza invece farà confluire tutte le eventuali proposte di modifica in un maxi emendamento del governo. Su salario minimo e sanità, M5s, Pd, Alleanza Verdi e Sinistra italiana e Più Europa presenteranno emendamenti comuni, affermano fonti parlamentari.
Il PD chiede anche l’inserimento di 35 mila idonei nelle funzioni centrali della Pubblica Amministrazione, un fondo sanitario nazionale e sbloccare le assunzioni nella Sanità e una strada per ridurre le liste d’attesa. C’è poi la scuola e l’università con i “collegati” del tema della casa come le borse di studio e le case per gli studenti. Si chiede anche lo sblocco del fondo di funzionamento ordinario dell’università che è stato bloccato con la conseguenza di non permettere di fare partire i contratti di ricerca, e un ampio pacchetto per il trasporto pubblico di studenti medi e universitari, per fornire libri di testo e mense gratuite a partire da una determinata soglia Isee.