Manovra: domani si torna in Commissione, Aula slitta

La manovra tornerà domani in commissione Bilancio del Senato, dove si riprenderà l’esame degli emendamenti alle 9.30 del mattino. E’ quanto stabilito dai capigruppi della commissione al termine di una riunione convocata dopo il vertice di ieri sera a Palazzo Chigi e la decisione di non riunirsi affatto nella giornata di oggi. La commissione chiederà anche lo slittamento di qualche giorno dell’Aula, attualmente convocata alle 17 di domani. L’Aula potrebbe quindi riunirsi giovedì o venerdì.

Garavaglia, ragionevole testo in Aula venerdì  – E’ “ragionevole” che la manovra arrivi in Aula al Senato venerdì. Lo ha detto il viceministro dell’economia, Massimo Garavaglia, al termine della riunione dei capigruppo in Commissione bilancio di Palazzo Madama. “Ci auguriamo di essere pronti per domani – ha aggiunto – e presentare tutto quello che serve in modo che da domani si possa procedere e arrivare a chiudere tutto in commissione in maniera ordinata”. I tempi per l’approdo in Aula “dipendono dai lavori della commissione, non vogliamo mettere tagliole è una discussione particolarmente rilevante e ci prendiamo il tempo che serve”. Garavaglia ha quindi precisato che il pacchetto di emendamenti del governo di cui si è parlato finora, fatto di circa una trentina di proposte, potrebbe essere meno corposo. “Mi auguro che siano meno, 30 sono effettivamente tanti, quello che è pronto – ha aggiunto – può essere presentato anche oggi”.

Il punto – Una riunione ristretta di un’ora per evitare che sulla manovra lo scontro tra M5S degeneri in crisi. Prima del vertice allargato sulla legge di bilancio a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini si vedono in una stanza separata. Sul tavolo ci sono alcuni dei nodi che, ormai da giorni, incendiano i rapporti tra M5S e Lega. Conte invita i due contraenti di governo alla calma con un primo risultato: l’accordo sull’ecotassa è il simbolo della rinnovata tregua tra i vicepremier. Ma sull’altro nodo, quello delle coperture per il 2,04% con cui puntare a evitare le sanzioni Ue, manca ancora una soluzione e Di Maio e Salvini arrivano a Palazzo Chigi con la comune intenzioni di non cedere su reddito di cittadinanza e quota 100. “Le coperture ci sono”, assicurano fonti di Palazzo Chigi a vertice ancora in corso spiegando che saranno prese dalle pieghe del bilancio. Ma la strada per trovarle, in realtà, è molto più laboriosa di quanto appaia.

Per sopperire alle richieste di Bruxelles servono almeno 3 miliardi. Conte, che si è intestato da giorni la partita del negoziato tra Italia e Ue, secondo quanto si apprende da fonti nell’esecutivo, avrebbe chiesto un ulteriore taglio di 1,5 miliardi alle due misure “bandiera” di M5S e Lega. La richiesta non troverebbe, al momento, nessun placet né in Di Maio né in Salvini: oltre il taglio da 2 miliardi a cui si è pervenuti su reddito e quota 100 i due vicepremier non vanno. E torna, sullo sfondo, lo scontro tra M5S e Lega e l’ala moderata del governo, rappresentata da Conte e dal ministro del Tesoro Giovanni Tria. Tanto che, a tarda notte e a riunione ancora non finita, rimbalzano voci secondo cui Conte, di fronte ai “no” dei suoi vice, avrebbe messo sul tavolo il suo incarico in caso dell’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Ue. Voci che fonti leghiste di governo smentiscono seccamente, parlando di “totale accordo” tra il presidente del Consiglio e i vicepremier su numeri e contenuti della manovra. La trattativa, nel governo e tra governo e Ue, però è tutt’altro che finita.

Il vertice allargato, al quale partecipa anche il titolare del Mef Giovanni Tria, il ministro Riccardo Fraccaro e i viceministri al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia, inizia alle 21:30 circa e termina all’una del mattino, con ancora l’incognita dell’accordo con Bruxelles. Passi avanti notevoli vengono invece fatti sull’ecotassa.

L’imposta resta per le auto extralusso e i Suv ma non per quelle di piccola cilindrata. Un ecobonus fino a 6mila euro viene introdotto per chi compra elettriche e ibride. Il M5S ottiene anche l’ok al taglio alle pensioni d’oro fino al 40% – con cui si finanzierà “opzione donna” – e i fondi per le metro e le buche di Roma. Via libera del governo anche sul taglio dei premi Inail (per un totale da 600 milioni) e sull’innalzamento per i sindaci della soglia degli appalti diretti da 40mila a 600 milioni di euro (quest’ultima norma voluta dalla Lega). Il bonus cultura, inoltre, non si applicherà più a concerti e cinema. La manovra comincia comunque a prende forma e, assicurano a Palazzo Chigi, in giornata gli accordi presi stanotte saranno spiegati nei dettagli.

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