Manovra: posta la fiducia al Senato. Salta norma cannabis light: Scontro Casellati-M5S

Si apre il percorso parlamentare della manovra finanziaria. La seduta in Aula al Senato parte con le repliche dei relatori, poi quelle del governo. Dichiarazioni di voto previste alle 14, poi la chiama. Dopo la votazione sulla ‘Nota di variazione del Governo’ si procede al voto finale del ddl. In mattinata il governo ha depositato il maxi-emendamento sul quale ha posto la fiducia, attesa intorno alle 15.

Ma intanto salta la controversa norma sulla commercializzazione della cannabis light con principio attivo thc inferiore allo 0,5%. Il sub-emendamento approvato in commissione Bilancio al Senato è stato dichiarato inammissibile a Palazzo Madama. E scoppia la bagarre in Aula del Senato in seguito del giudizio di inammissibilità delle norme sulla liberalizzazione della cannabis light. Due esponenti del M5S hanno chiesto alla presidente Elisabetta Casellati di dimostrare che la scelta non sia stata frutto della “pressione della sua parte politica”. Il presidente ha replicato spiegando che è stata una “decisione meramente tecnica”, aggiungendo: “Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”.

Decisione arrivata dopo che la presidente del Senato Elisabetta Casellati aveva sospeso la seduta per dichiarare le inammissibilità sul maxiemendamento alla manovra: sono 15 le norme in tutto nella lista delle inammissibilità, tra cui anche la Tobin Tax allo 0,04% sulle transazioni finanziarie. Inoltre, la proroga della fine del mercato tutelato per l’energia dal primo luglio 2020 al primo gennaio 2022 dovrebbe essere dichiarata inammissibile e quindi, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, dovrebbe essere stralciata.

“Abbiamo voluto mettere l’Italia al riparo” dagli aumenti dell’Iva, ma “abbiamo messo anche l’Italia al riparo dai rialzi dello spread”, segnando “un prima e un dopo” in termini di risparmi sul pagamento degli interessi sul debito, ha detto in mattinata il relatore Pd alla manovra, Dario Stefano, nell’intervento a Palazzo Madama. Il ddl “ha come obiettivo l’inversione del contesto di stagnazione dell’economia, nel rispetto degli impegni sui conti e segnando un percorso di discesa sul debito”, ha sottolineato Stefano, riconoscendo che “i segnali sul Pil sono ancora deboli, ma si inverte la rotta con il segno più”.

 

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