Faldoni e appunti sul banco del Vice Ministro Enrico Morando alla Camera durante esame della Legge di Stabilita', Roma 22 Dicembre 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Manovra 2020, stretta su Partite IVA e “balzelli” dividono la maggioranza

Sale la temperatura nel Governo giallorosso. Ad accendere la miccia della tensione,  la prossima Legge di Bilancio  approvata appena pochi giorni fa con la formula ‘Salvo intese’ che tradotta politicamente vuol dire che ci sono ancora nodi da sciogliere. E, puntualmente, sono venuti al pettine.

In particolare, nel mirino la stretta sulle partite Iva, che per il Movimento 5Stelle “non vanno toccate”, e le multe per chi non accetta il Pos che, sostiene il Movimento, non si possono introdurre senza prima aver abbassato le commissioni. Ma nell’elenco finiscono anche i ritocchi fiscali sulla casa, dalle ipocatastali a 150 euro fino alla cedolare sugli affitti calmierati portata al 12,5%.  Italia Viva poi contesta la Sugar Tax, l’accisa da 10 euro a ettolitro sulle bibite addolcite da zuccheri aggiunti. Non piace neanche la Plastic Tax, l’imposta da un euro al chilo che si dovrebbe applicare agli “imballaggi”. Dall’accoppiata di quelle che sono state ormai ribattezzate le tasse green il governo si attende 1,2 miliardi nel 2020, quando però sarebbero applicate da metà anno.

Una bella fetta della partita si gioca sul capitolo che riguarda gli autonomi. “Giù le mani dalle partite Iva”, si affrettano a ribadire i pentastellati che appena un anno fa avevano approvato il forfetario al 15% per i ricavi o compensi fino a 65mila euro e la promessa del 20% per quelli fino a 100mila euro a partire dal 2020. Un impianto che invece la nuova manovra intende modificare partendo dall’addio al secondo modulo e inserendo per il forfait già in vigore nuovi limiti a dipendenti e spese per beni strumentali insieme all’introduzione del regime analitico sui redditi sopra a 30mila euro. Misure che valgono 250 milioni l’anno prossimo e 1,8 miliardi nel 2021.

Dopo l’affondo del premier, che ha richiamato all’ordine gli alleati (“Chi non fa squadra è fuori da governo») Luigi Di Maio alza l’asticella e chiede una verifica su punti “imprescindibili”, su tutti il carcere per i grandi evasori.

I toni “o si fa così o si va a casa” fanno del male al Paese, fanno del male al governo: in politica si ascolta la prima forza politica che è il M5s, perché se va a casa il M5s è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo”, ha sottolineato il leader M5S. Anche Renzi – che torna a bocciare Quota 100 –  non vuol sentir parlare di ultimatum: “Agli amici della politica romana dico: proporre delle idee non è lanciare un ultimatum, è fare politica. Non ultimatum, ma primato della politica. Noi diciamo: ma che vi ha fatto di male il ceto medio per essere tartassato da tasse inutili?”.

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