Mafia Capitale e Comune di Roma

Notizie sconvolgenti come quelle dell’inchiesta romana possono avere un impatto devastante sull’opinione pubblica e far pensare che la vita collettiva sia solo affarismo, corruzione e speculazione, ma non è così, : afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un messaggio in occasione della giornata del volontariato. Poi si da il via alle libere interpretazioni politiche con le inevitabili conclusioni.  “Ritengo che di fronte alla situazione che sta emergendo nell’inchiesta sulla gestione del Comune di Roma le forze politiche debbano reagire. L’unica soluzione accettabile sia quella di uno scioglimento immediato del Consiglio Comunale procedendo conseguentemente all’immediata convocazione di nuove elezioni”, è il punto di vista di  Silvio Berlusconi. Diversamente il presidente del Senato, Piero Grasso, interpreta la vicenda in senso opposto: “Il Comune di Roma è assolutamente al di fuori di queste tematiche, soltanto alcuni sono coinvolti. Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro.  Ci sono tutti i presupposti per l’aggregazione mafiosa perchè  il fine di far profitto ad ogni costo ha superato qualsiasi rito tradizionale di iniziazione della mafia, come la famosa punciuta”. Per Grasso è  ragionevolmente possibile che le segreteria di partito non sapessero dei fatti della maxi-inchiesta romana perché i collaboratori sono quelli che fanno il lavoro operativo. Tuttavia, osserva, “non bisogna meravigliarsi. La mia esperienza con la mafia siciliana mi insegna che per determinate operazioni è necessario coinvolgere tutti gli interessi per gestire gli affari sulla base di omertà, fedeltà e complicità”. Il presidente del Senato cita Salvo Lima, l’esponente Dc ucciso dalla mafia che era solito dire “Non si cala la pasta se prima tutti i cucchiai non sono nella pentola. Quando tutti gli interessi sono collegati nessuno denuncia gli altri”.  Ha ammesso di aver gestito il libro mastro che conteneva una vera e propria partita doppia del dare e avere illecito dei destinatari delle tangenti, Nadia Cerrito, l’affidataria del registro di contabilità. La donna, detenuta in carcere ha risposto alle domande del gip Flavia Costantini in sede di interrogatorio di garanzia. Ha risposto anche il dirigente del Claudio Turella, il quale ha respinto le accuse, mentre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Alessandra Garrone, Emilio Gammuto, Paolo Di Ninno, Giuseppe Mogliani, Emanuela Bugitti e Pierina Chiaravalle. Cerrito, già segretaria di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, ha detto, secondo quanto si è appreso, che le cifre annotate sul libro mastro erano elargite da Massimo Carminati e dallo stesso Buzzi. Domani compariranno davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia Riccardo Mancini, Carlo Maria Guarany, Claudio Caldarelli, Giovanni Fiscon, Sandro Coltellacci, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, arrestato dopo essere rientrato dall’estero. Gli otto detenuti presso il domicilio saranno interrogati tra martedì e mercoledì prossimi.

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