Macron critico verso Trump al Congresso Usa

Emmanuel Macron conclude la sua visita ufficiale di stato in Usa intervenendo al Congresso a camere riunite, in coincidenza con il 58/mo anniversario del discorso tenuto dall’allora presidente francese Charles de Gaulle a Capitol Hill. L’intervento arriva dopo che il capo dell’Eliseo ha trascorso due giorni con Donald Trump per discutere dossier scottanti, dall’Iran alla Siria, dai dazi all’accordo di Parigi sul clima.

Macron è stato accolto dai membri del Congresso con un lungo applauso e una standing ovation, durati circa tre minuti, prima che iniziasse a parlare. Nel suo discorso ha prima di tutto ricordato i legami ‘indissolubili’ che legano gli Stati Uniti e la Francia, basati su idee comuni e condivise di democrazia, tolleranza e uguali diritti per tutti. L’inizio dell’intervento è stato interpretato come un segnale di amicizia e riconoscenza nei confronti di Trump.

Francia e Usa,  ha detto Macron aprendo il suo discorso dinanzi al Congresso americano,  sono nazioni radicate nello stesso terreno, gli stessi ideali della rivoluzione americane e francese, i valori di tolleranza, libertà e uguali diritti.

Gli Usa, ha detto Macron,  devono essere coinvolti in un forte multilateralismo. L’unica opzione e’ rafforzare la nostra cooperazione. Possiamo costruire un nuovo ordine globale con un nuovo multilateralismo, questo forte multilateralismo non mettera’ in ombra le nostre identita’ nazionali, e’ esattamente il contrario. La deregulation di massa e il nazionalismo estremo non sono la risposta alle sfide del globalismo.

No alle guerre commerciali, abbiamo bisogno di un commercio libero ed equo,  e che le dispute si possono risolvere attraverso il Wto. Le guerre commerciali distruggono posti di lavoro e a pagare e’ la middle class.

In pratica Macron ha criticato, tra le righe,   l’isolazionismo e il nazionalismo, con molte allusioni alle scelte di politica internazionale del presidente statunitense Donald Trump. Macron ha spiegato che quelle scelte sono una minaccia per il progresso e la prosperità a livello globale, aggiungendo che dovrebbero essere sostituite da politiche più aperte.

Secondo Macron, il nazionalismo e il ritirarsi entro i propri confini possono essere una scelta allettante come rimedio temporaneo alle nostre paure. Ma chiudere le porte al mondo non fermerà l’evoluzione del mondo stesso. Non spegnerà le paure dei nostri cittadini, ma semmai le infiammerà: ‘Non consentiremo al crescente nazionalismo estremista di scalfire le nostre speranze per un mondo pieno di speranza e di maggiore prosperità’.

 Macron ha riconosciuto agli Stati Uniti di avere plasmato il multilateralismo in politica internazionale per come lo intendiamo oggi, aggiungendo però che ora è necessario sotto nuove forme per trovare un ordine mondiale consono alle esigenze del Ventunesimo secolo. Si è poi rivolto ai paesi dell’Occidente invitandoli a non ignorare i pericoli a livello globale, che se sottovalutati rischiano di rendere inutili le iniziative delle grandi organizzazioni internazionali come la Nato e le Nazioni Unite.

Macron ha poi ribadito che la Francia intende mantenere gli impegni dell’accordo sul nucleare iraniano. Trump dovrà decidere entro il prossimo 12 maggio se rinnovare o meno la sottoscrizione dell’accordo da parte degli Stati Uniti: da anni definisce il patto sul nucleare iraniano ‘orribile’ e nei giorni scorsi ha accennato alla possibilità di farne uno nuovo più severo nei confronti dell’Iran. Questa eventualità sembra per ora improbabile, considerati i lunghi anni di trattative resi necessari per stipulare l’attuale accordo, con il coinvolgimento oltre agli Stati Uniti di Regno Unito, Russia, Cina, Francia, Germania e il resto dell’Unione Europea.

Macron ha parlato anche di ambiente, anche in questo caso con velati riferimenti alla scelta di Trump di abbandonare l’accordo di Parigi, il più importante documento sottoscritto negli ultimi anni da 200 paesi del mondo per contrastare il riscaldamento globale. Macron ha detto che con l’inquinamento dei mari, la mancata riduzione dell’anidride carbonica dalle attività umane e la distruzione della biodiversità stiamo uccidendo la Terra: ‘Diciamocelo chiaramente: non c’è un Pianeta B’.

Al termine del discorso molti membri del Congresso tra i Democratici hanno fatto notare come in più passaggi Macron sia stato critico nei confronti di Trump, in modi inattesi considerata la cordialità con cui si sono intrattenuti nei giorni scorsi durante la visita di Stato. Il discorso ha in effetti lasciato qualche imbarazzo tra i Repubblicani, soprattutto tra i sostenitori più convinti della politica ‘America First’ portata avanti da Trump. Secondo diversi osservatori, nel suo discorso Macron è riuscito a bilanciare critiche e aperture nei confronti di Trump, senza creare imbarazzi diplomatici. Macron ha dimostrato di avere un’idea del mondo molto diversa da Trump, ma al tempo stesso a non lasciare che questo rovini i rapporti con lui e più in generale gli Stati Uniti, in un momento molto delicato per le scelte di politica internazionale.

 

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