A seguito della rottura tra Grillo e Conte tra i pentastellati scatta la conto visto che solo Fico e Di Maio inseguono il miraggio dell’unitarietà anche se il pallottoliere sarebbe a favore di Conte. Le strade sono ormai divise e i percorsi possibili inconciliabili. E nonostante dai gruppi degli eletti pentastellati, giunga l’ultimo, disperato appello all’unità, gli eletti sanno che il momento della scelta è arrivato: bisogna dire chi sta con chi. E magari anche argomentare perché.
Da Montecitorio Stefano Buffagni si rivolge a Grillo e Conte per chiedere, un’ultima volta, a ‘Beppe e Giuseppe responsabilità. Vediamoci e capiamo come difendere un sogno comune’. Ma per Lucia Azzolina il tempo della trattativa è scaduto: ‘Dobbiamo essere coerenti col lavoro fatto. Conte lo abbiamo scelto noi, due volte. Che facciamo ora? Rottamiamo le persone come fa Renzi?’. Schierato uniformemente con Conte, senza però rinnegare l’attaccamento a Grillo, è invece il gruppo dei senatori. La linea, a quanto filtra, è quella riassunta da Paola Taverna su Facebook. Dove la senatrice ha parlato di ‘un progetto pronto, che doveva solo essere votato. E allora credo che sia doveroso consentire ai nostri iscritti di esprimersi su questo progetto e quindi sul futuro del MoVimento’.
Mentre gli occhi sono puntati sull’ex premier e su quel che intende fare del proprio futuro, tra Camera e Senato gli eletti cominciano a contarsi. E a dividersi tra chi resta con Beppe e chi, invece, sarebbe pronto a fare le valigie per un partito ‘contiano’. Ammesso che sia questo l’obiettivo a cui punta il professore. Perché in queste ore c’è chi non esclude il colpo di scena a cui strizzava l’occhio la Taverna. E prima ancora Di Battista: ovvero che i parlamentari riescano a mettere alle strette Grillo, costringendolo a lasciar decidere la Rete.
Il partito di Conte sembra essere già ‘realtà’, o almeno lo è nei gruppi parlamentari, dove diversi eletti vengono ‘sondati’ e il pallottoliere azionato tra Camera e Senato. A Palazzo Madama il numero più alto è quello dei ‘contiani’: su 75 senatori, l’80% sarebbe dalla parte dell’ex presidente del Consiglio. Stando almeno a fonti molto vicine all’ex premier. Ma anche alla Camera, dove l’avvocato sembra avere meno seguaci, il 50% dei deputati – su un totale di 161 eletti – starebbe con Conte. Tirando le somme, dunque, tra Montecitorio e Palazzo Madama, Conte potrebbe contare su circa 140 parlamentari. Stando almeno ai calcoli dei suoi sostenitori, perché la partita non è semplice né tantomeno immediata.
Tra i volti noti pronti a sostenere Conte, a costo di lasciare il Movimento, vengono annoverati i ‘big’ grillini. Ad esempio, Paola Taverna. Stefano Patuanelli. Federico D’Incà. Vito Crimi. Ettore Licheri. Lucia Azzolina. Gianluca Perilli. Ma nulla è scontato. Ad esempio, nei giorni scorsi la vicepresidente del Senato Taverna più volte si sarebbe abbandonata alle lacrime, divisa tra Conte e Grillo, il ‘padre’ del Movimento al quale si dice vicina da sempre. Mentre, tra i volti noti dalla parte di Grillo, vengono annoverati i fedelissimi di sempre, gli storici Roberto Fico e Luigi Di Maio innanzitutto. Ma anche il capogruppo della Camera Davide Crippa, che, viene fatto notare, non si è pronunciato contro Grillo. E, soprattutto, non ha espresso solidarietà verso il capo politico reggente Crimi, duramente attaccato dal fondatore del Movimento. A differenza di Licheri che, assieme all’intero direttivo del Senato, ha fatto quadrato attorno a Crimi. E tra i due schieramenti, la terza via indicata dag.ersi sempre di più, a ogni ora che passa.
La sindaca parte con gradimento basso, in tutti i sondaggi. Uno svantaggio a cui si aggiungono ora tensione, delusioni e spaccatura del Movimento. Dunque le sue possibilità non rosee di andare al ballottaggio si riducono ulteriormente, mentre crescono le chance di Gualtieri, in pole position e Calenda.