La Corte di Appello di Cagliari  rigetta il ricorso del reggente capo politico uscente Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale del Movimento e conferma che ad oggi il partito non ha alcun rappresentante legale. In sintesi nella trattativa in corso tra M5S e associazione Rousseau, Davide Casaleggio acquisisce maggior peso contrattuale. A questo punto il Movimento deve necessariamente eleggere un nuovo organo di rappresentanza e, come da da Statuto degli stessi 5 Stelle, bisogna per forza passare da Rousseau. I dati degli iscritti inoltre al momento sono in mano alla piattaforma e il figlio del co-fondatore del Movimento che, prima di consegnarli, pretende che ci sia un organo giuridicamente legittimato.

I legali di Carla Cuccu,  consigliera regionale che aveva promosso la causa contro la propria espulsione, notificheranno alla procura l’ordinanza della Corte, in modo che possa procedere agli incombenti previsti dal codice di procedura civile per la nomina del legale rappresentante. Gli avvocati chiederanno di sollecitare il M5S affinché venga indetta la consultazione online per l’elezione dei membri del comitato direttivo, ora vacante.

Nel braccio di ferro in corso tra Rousseau e M5S, con una trattativa economica in corso per risolvere il rapporto che lega le due entità, l’associazione milanese acquisisce un maggior peso negozionale. Ciò significa che il reggente Crimi non può definirsi rappresentante legale grillino e resta invece in carica, come curatore speciale, l’avvocato Silvio De Murtas, scelto da tribunale di Cagliari quando ha respinto l’espulsione da M5s della consigliera regionale sarda Carla Cuccu.  Allo stato De Murtas essendo l’unico rappresentante legale del Movimento è depositario dei poteri assegnati al capo politico del Movimento sino alla nomina di un nuovo organo rappresentativo da parte degli iscritti al Movimento.

La strada dell’ex premier Giuseppe Conte verso la guida del Movimento 5 Stelle si complica e la sua elezione slitta a data da destinarsi. E qui si arriva al punto cruciale della storia. Il 17 febbraio scorso gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno votato per la modifica dello statuto del Movimento, introducendo un Comitato direttivo di cinque membri al posto del Capo politico, con tutte le funzioni di rappresentanza legale. L’arrivo di Conte ha però ribaltato questa decisione. Nel senso che, al posto del Comitato direttivo, la volontà sarebbe quella di tornare al Capo politico unico, appunto l’ex premier. Ma per far questo è necessaria un’ulteriore votazione che ribalti la decisione presa solo tre mesi fa.

La piattaforma Rousseau, che ha l’elenco di tutti gli iscritti a M5s, non è più organo del partito e non ha alcuna intenzione di fornire a grillini l’elenco degli iscritti. A maggior ragione ora che M5s non ha neanche un rappresentante legale. Davide Casaleggio ha infatti chiarito che per ragioni di privacy intende cedere la lista solo ad un rappresentante del Movimento legittimato legalmente da un voto degli iscritti. In pratica M5s non può votare la modifica dello Statuto per tornare al capo politico unico e di conseguenza non può neanche eleggere Conte.

La Procura di Cagliari potrebbe invece decidere di sollecitare invece il Garante Beppe Grillo a nominare il nuovo organismo collegiale di governo del Movimento che, come si è detto, è la forma decisa dall’assemblea degli iscritti in occasione degli Stati generali.

La storia M5s è ora nelle mani dei giudici e ora c’è un avvocato, Conte, che studia un modo per rimanere a galla ma  procede a fari spenti nel buio della crisi. Tallonato dalla controversia della separazione con Rousseau. E marcato stretto dagli ultimi attivisti M5s ma le incognite che gravano sulle questioni aperte che dilaniano il Movimento fanno ombra al passaggio fondamentale: il trasferimento dell’elenco degli iscritti da Rousseau al M5s.