Il ministro dello Sviuppo Economico Stefano Patuanelli durante gli Stati Generali dell'Economia a Villa Doria Pamphilj, Roma, 15 giugno 2020. ANSA/FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI ++ NO SALES EDITORIAL USE ONLY ++

M5s e PD: il punto di vista di Patuanelli

Le ultime ore di campagna elettorale – le prime dopo la tanto agognata chiusura delle liste dei candidati, con conseguente polemica su esclusi e paracadutati – sono state di forte fibrillazione per quanto riguarda non solo i programmi con cui i partiti intendono presentarsi agli elettori: sul tavolo del confronto politico è tornata in primo piano anche la questione delle alleanze, non tanto quelle precedenti all’apertura delle urne, ma quelle che si potranno verificare una volta che gli italiani avranno espresso il verdetto su vincitori e sconfitti.

A riproporre il dibattito sulle possibili affinità tra gli eletti che siederanno in Parlamento è stato uno dei volti più conosciuti del Movimento 5 stelle, una di quelle personalità che ormai da mesi rappresentano i vertici della galassia grillina: stiamo parlando di Stefano Patuanelli, attivista della prima ora, ritenuto uno dei fedelissimi di Giuseppe Conte e divenuto familiare a milioni di italiani per il ruolo di ministro ricoperto prima nel governo giallorosso (era il titolare dello Sviluppo Economico) e poi nell’esecutivo di Mario Draghi, dove presiede il dicastero delle Politiche agricole e forestali.

Ingegnere classe 1974, Stefano Patuanelli ha rilasciato un’intervista a Radio Capital (emittente di proprietà del gruppo Gedi, la stessa di Repubblica e La Stampa) in cui ha parlato del rapporto che intercorre ad oggi tra il proprio schieramento e il Partito Democratico del segretario Enrico Letta. Nonostante sia una delle voci più governiste all’interno del gruppo a cinque stelle, il ministro ha espresso parole molto dure nei confronti dell’esecutivo di cui fa parte, in particolare in merito alla fantomatica Agenda Draghi di cui si è molto discusso negli ultimi tempi.

Rispondendo alla domanda “se l’unico modo per evitare un governo di centrodestra fosse un’alleanza con il Pd, il M5s la farebbe?“, Patuanelli ha affermato che “il quesito dev’essere posto sui contenuti”, ma poi ha proseguito dicendo queste parole molto chiare: “Se l’agenda del Pd sarà ancora l’Agenda Draghi, noi riteniamo che sia insufficiente per dare risposte al Paese; se invece venisse abbandonata, noi ci siamo“.

Un fulmine a ciel sereno per tutti coloro che in queste settimane hanno osservato l’evolversi del rapporto tra i dem e il partito di Beppe Grillo. Se non altro per la comunicazione impostata da Giuseppe Conte, che proprio nelle ultime ore è tornato ad attaccare in blocco tutti gli avversari: il pretesto è stato il Dibattito sulla Sussidiarietà che si è svolto al Meeting di Rimini, la kermesse organizzata ogni anno in Romagna dai militanti di Comunione e Liberazione. Sul palco infatti erano presenti quasi tutti i leader politici nazionali, dallo stesso Letta a Matteo Salvini, da Antonio Tajani a Giorgia Meloni, passando per Ettore Rosato e Luigi Di Maio.

Tutti ad esclusione proprio dell’ex premier grillino, che sui propri canali social non ha usato i guanti per sferrare un attacco frontale ai propri competitor. Sul suo profilo infatti è apparsa una foto che ritrae tutti i relatori citati seduti allo stesso tavolo nei minuti immediatamente successivi al confronto: un momento di convivialità all’interno di una campagna elettorale che non sta risparmiando colpi bassi e toni assai accesi. L’immagine è però servita a Giuseppe Conte per rilanciare la propria estraneità ai cosiddetti giochi di palazzo, con tanto di didascalia in cui sostiene che “questi politici fanno finta di litigare in pubblico, ma poi intorno ad un tavolo trovano sempre l’accordo“.

Circa Redazione

Riprova

Europee: rivolta nel Pd per il sistema candidature proposto da Elly Schlein

Elly Schlein per le Europee ha l’obiettivo è di presentarsi dovunque al terzo posto, eccezion …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com