Il Sistema Rousseau è la piattaforma online del Movimento 5 Stelle, che consente di svolgere varie funzioni:

  • Lex nazionale, partecipazione alla scrittura delle leggi nazionali proposte dai parlamentari
  • Lex regionale, partecipazione alla scrittura delle leggi regionali proposte dai consiglieri regionali
  • Lex Europa, partecipazione alla scrittura delle leggi europee proposte dagli europarlamentari
  • Vota, voto per le liste elettorali o per pronunciarsi su un tema specifico
  • Fund Raising, raccolta fondi per elezioni o eventi del M5S
  • Scudo della Rete, raccolta fondi a tutela legale del M5S o di suoi iscritti ed eletti
  • Lex iscritti, proposte di legge formulate dagli iscritti che in seguito vanno presentate dagli eletti nelle diverse sedi
  • E-learning, lezioni sulle strutture in cui sono inseriti gli eletti e sul loro funzionamento
  • Sharing, archivio con le diverse proposte (interrogazioni, delibere, leggi, ecc.) a livello comunale e regionale con una tassonomia comune

Il sistema è accessibile ai soli iscritti di lunga data del partito ed è stato distribuito dalla Casaleggio Associati con una licenza ‘Creative Commons’. Al contrario di quello che molti pensano, questa forma di copyright non esclude la possibilità di lucrare sul programma. Semplicemente è possibile ‘Condividere, riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare questo materiale con qualsiasi mezzo e formato’, senza però modificare l’opera o guadagnarci sopra.

Ciò non toglie al creatore del contenuto la possibilità di farlo. La proprietà intellettuale del sistema è stata ceduta all’Associazione Rousseau dalla Casaleggio Associati S.r.l. Associazione che ha sede presso la stessa società e di cui si sa molto poco.

In un’inchiesta de ‘L’Espresso’ emerge che anche tutte le donazioni effettuate ai 5 Stelle attraverso il portale arrivino proprio a quella sede. ‘Non un indirizzo, non una partita Iva, non un nome del responsabile legale dell’organizzazione a cui vanno i soldi’,  scrivono Mauro Munafò e Luca Piana.

Nella storia della ‘democrazia diretta digitale’ si sono già sperimentati molti sistemi di questo tipo, quasi tutti open source. Questo vuol dire che il codice sorgente,  cioè il codice che costituisce il programma,  è pubblico e facilmente ‘verificabile’ da chiunque abbia le competenze necessarie per farlo.

Un interrogativo che sorge quindi spontaneo è: chi controlla il corretto svolgimento delle votazioni attraverso l’OS (operative system) pentastellato? Sempre secondo ‘L’Espresso’ il sistema è gestito in toto dall’Associazione Rousseau, che ruoterebbe attorno ad alcune figure chiave: Davide Casaleggio, Max Bugani, David Borrelli e Pietro Dettori. Tutti personaggi fortemente legati a Beppe Grillo.

Senza mettere  in dubbio la trasparenza  d’intenti dei quattro un sistema di questo tipo necessiterebbe di una verifica esterna. Un board o una società non collegati direttamente alla testa del Movimento per   garantire un minimo di imparzialità, permettendo  a soggetti esterni di verificare la ‘democraticità’ di Rousseau.