‘L’utero in affitto sia reato non solo in Italia, proposte di legge di Giorgia Meloni e Mara Carfagna

‘Inizia  in Commissione Giustizia alla Camera l’esame della proposta di legge di Fratelli d’Italia per rendere l’utero in affitto reato universale. Ovvero punibile in Italia anche se commesso all’estero. Avevamo presentato questa proposta nel 2018, finora era rimasta chiusa nei cassetti di Montecitorio ma finalmente prende il via la sua discussione. La maternità surrogata è la forma di schiavitù del terzo millennio, che umilia il corpo delle donne e trasforma i bambini in una merce. Mi auguro che tutte le forze politiche, al di là degli schieramenti e delle posizioni, vogliano condividere con noi questa battaglia di civiltà’,  scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Con l’utero in affitto o maternità surrogata una donna mette a disposizione il proprio utero per portare avanti la gravidanza: una tecnica che FdI ha sempre bollato come una barbarie.

L’annuncio della proposta era avvenuto nel febbraio del 2018. Giorgia Meloni aveva allora scritto su Fb: ‘Per la sinistra è una realtà da accettare, per noi di Fratelli d’Italia l’utero in affitto è sempre stato una barbarie che deve diventare reato universale. Ovvero punibile in Italia secondo le pene previste dalla legge 40 anche se commesso all’estero. Lo abbiamo scritto nero su bianco in una  proposta di legge  già depositata in Parlamento e nel nostro programma elettorale. Accogliamo l’appello lanciato da alcuni alleati e invitiamo tutti i candidati del centrodestra a sottoscrivere la nostra proposta: l’impegno di FdI c’è e c’è sempre stato’.

La punibilità del reato di maternità surrogata anche se compiuto da un italiano all’estero è quanto prevedono le due proposte di legge rispettivamente a prima firma Giorgia Meloni (FdI) e Mara Carfagna (Forza Italia), la cui discussione è iniziata  alla Camera in Commissione Giustizia.

Il problema è sempre più grave: la legge 40 del 2004, che punisce chi ‘realizza, organizza o pubblicizza’ l’affitto di un grembo vale di certo per il territorio nazionale. Al di fuori trova operatività solo se vi sono l’istanza o la querela della persona offesa, oppure la richiesta del ministro della Giustizia. Condizioni pressoché irrealizzabili, nel contesto di questo reato, tanto che procure e giudici ormai da tempo stanno costruendo castelli accusatori o assolutori mutuando altri istituti giuridici, in una babele di sentenze l’una in contrasto con l’altra.

Scaturisce da qui la nuova iniziativa legislativa, il cui fine è dare operatività sicura e concreta alla legge 40. «Appare evidente come non sia più possibile lasciare i tribunali soli», si legge nella relazione introduttiva alla proposta Meloni, un testo che definisce l’utero in affitto «un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche» e che si rende conto di come i bambini siano «trattati alla stregua di merci».

Ma non solo. «Tutto questo – si legge nel preambolo della norma – dimostra come la “favola” della madre che generosamente presta il proprio corpo a una donna che non riesce a sostenere una gestazione sia lontana dalla realtà», celando «un mercimonio di madri e di bambini”.

È una prospettiva simile quella disegnata dalla relazione introduttiva alla proposta di legge Carfagna, che attinge al «principio dell’indisponibilità del corpo umano», secondo cui «l’acquisto, la vendita, o l’affitto dello stesso sono fondamentalmente atti contrari al rispetto della sua dignità».

Il testo accende i riflettori sulla filiera della maternità surrogata, costituita da «imprese che si occupano di riproduzione umana, nell’ambito di un sistema ampiamente organizzato che comprende cliniche, medici, avvocati e agenzie di intermediazione».

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