L’uomo che amava le donne

La Cinémathèque française,  il più grande archivio del mondo dedicato alla storia del cinema ricorda a Parigi  con una mostra, che resterà aperta fino al 25 gennaio,  Francois Truffaut e che si apre  con un estratto di “Effetto notte” (“La nuit américaine”) che vinse l’Oscar nel 1973.  Un film in cui Truffaut è insieme regista e attore accanto a Jacqueline Bisset. «Abbiamo scelto questo brano per far vedere come lavorava, come suggeriva agli attori una battuta, una posa, un gesto», dice Serge Toubiana, direttore della “Cinémathèque” e curatore della mostra. Ci sono fotografie, DVD, costumi di scena, fotografie, sceneggiature, lettere scritte di suo pugno. Ci sono i suoi libri, i suoi dischi, i suoi documenti personali, la sua collezione di piccole Tour Eiffel, perfino una ricostruzione del suo ufficio con la lampada, la scrivania e la poltrona che accompagnarono il suo lavoro. Ma c’è, soprattutto, l’evocazione puntuale dei suoi grandi amori. Jeanne Moreau, che conobbe nel 1957 al festival di Cannes e girò per lui “Jules e Jim”. La delicata Marie-France Pisier, la “Colette” del ciclo dedicato ad Antoine Doinel. E poi Françoise Dorléac, la sorella di Catherine Deneuve, che guidata da Truffaut interpretò “La Peau douce”,  prima di morire in un incidente d’auto. E c’è ovviamente Catherine Deneuve, il suo grande amore infelice, la donna con cui visse per due anni e che lo vide finire all’ospedale per una grave depressione quando decise di lasciarlo. Dopo di lei ci furono tuttavia altre splendide figure femminili: Jacqueline Bisset, seguita da una Isabelle Adjani che a 19 anni sembrava una creatura celestiale, e infine da una Fanny Ardant trentenne, bella, forte, bruna, la sua ultima compagna.  La storia di François Truffaut, protagonista della “Nouvelle Vague” con Godard e Chabrol, corre sul doppio binario delle avventure sentimentali e dei film. “L’uomo che amava le donne”, per ricordare una delle sue opere più note, era convinto che il cinema fosse “un’arte delle donne” e che il compito di un regista fosse “far fare delle belle cose a delle belle donne”. Fu un inguaribile romantico, un geniale seduttore che rimase per tutta la vita un adolescente. Ed è giusto che per celebrare la ricorrenza dei 30 anni dalla morte la “Cinémathèque Française” punti i riflettori sulla galleria delle donne che lo hanno amato e hanno recitato nei suoi film. Ci sono Jeanne Moreau e Marie-France Pisier, Françoise Dorléac e Claude Jade, Catherine Deneuve e Jacqueline Bisset, Isabelle Adjani e Fanny Ardant, senza dimenticare Madeleine Morgenstern, la prima moglie, la donna che visse con lui solo per pochi anni ma rimase fino all’ultimo la sua spalla e il suo rifugio. Furono le donne  a dargli l’ispirazione per  film indimenticabili, veri capolavori, monumenti della storia del cinema, 24 film girati in 25 anni fino al giorno in cui un tumore al cervello lo stroncò a 52 anni, il 21 ottobre 1984.

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