Lunedì al ministero dello ‘Sviluppo economico’ nuovo incontro per il futuro dell’Ilva

I tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm si ritroveranno insieme  per continuare il confronto sul futuro  dell’Ilva  come previsto dalla convocazione fissata, a firma di Giuseppe Castano (responsabile al dicastero dello Sviluppo economico dell’Unità gestione vertenze imprese in crisi) per lunedì pomeriggio alle ore 15, con  i sindacati metalmeccanici, il management dell’Am InvestCo Italy Srl, i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria,  seduti al tavolo ministeriale in via Molise a Roma.

La Fiom ha riunito il proprio coordinamento nazionale per l’Ilva e ha fatto sapere che sarà bene calendarizzare nuove date per il confronto negoziale, senza vincoli di data rispetto alla conclusione del negoziato che, come sempre, sarà determinato dai contenuti, con la necessità di approfondire tutti gli aspetti legati al piano industriale, ai livelli occupazionali, agli aspetti retributivi e al risanamento ambientale.  L’organizzazione guidata da Francesca Re David ha precisato la preoccupazione per gli aspetti occupazionali: ‘Ribadiamo’,   si legge nel comunicato diffuso dopo il coordinamento sindacale,  ‘che il confronto deve garantire il mantenimento dei 14.200 lavoratori occupati, nonché i livelli retributivi e la salvaguardia dei diritti contrattuali. Così come è necessario un confronto dettagliato per quanto riguarda le attività e i lavoratori dell’indotto. Inoltre, il confronto dovrà essere accompagnato fin da subito da un rapporto stretto con i lavoratori di ogni stabilimento, attraverso la convocazione di assemblee, con l’obiettivo di aggiornare i lavoratori sulla base dei contenuti e degli sviluppi della trattativa, valutando di volta in volta tutte le opportune iniziative sindacali’.

Anche la Uilm di Taranto ha detto la sua rispetto al futuro dei lavoratori evidenziando la chiusura totale in merito alla possibilità che vengano sacrificati posti di lavoro: ‘Arcelor Mittal deve mantenere i 14mila dipendenti, di cui 10.800 tarantini. Non c’è e non ci sarà spazio da parte nostra per discutere di esuberi’.

Rocco Palombella segretario generale della Uilm nazionale si era espresso sul medesimo tema proprio con un pezzo pubblicato su Formiche.net: ‘In questo Paese tira una strana aria che allo stato attuale rende difficile assicurare un futuro anche a veri e propri giganti industriali che hanno reso l’Italia competitiva nel mondo. Il caso dell’Ilva è emblematico: c’è un investitore straniero, serio e competente, che vuole rilevare il gruppo siderurgico più importante in ambito nazionale, ma si registrano ritrosie, opposizioni, addirittura ricorsi legali da più parti. Ecco, dai tedeschi dovremmo imparare anche come si tutela la manifattura nazionale e la siderurgia che ne è il cuore pulsante. Se smettiano di produrre buon acciaio, in Europa oltre il Reno se ne faranno una ragione, ma per noi inizieranno i problemi veri’.

Intanto ArcelorMittal ha cercato di dissipare i timori dell’antitrust Ue sull’acquisto per 1,8 miliardi di euro di Ilva nel corso di un’audizione a Bruxelles. La delegazione della multinazionale si è presentata nella capitale belga guidata dal responsabile finanziario Aditya Mittal. A novembre la Commissione ha aperto un’indagine sui timori che l’acquisto possa limitare la concorrenza su diversi prodotti e far aumentare i prezzi per le piccole e medie imprese in Europa meridionale. L‘Antitrust europeo ha già respinto una prima serie di concessioni offerte da Arcelor Mittal, spiegando che sono insufficienti. Alcune fonti hanno riferito a Reuters che il gigante della siderurgia ha raggiunto un accordo preliminare con Arvedi per vendere l‘impianto di Piombino, nel tentativo di placare i timori della Commissione. L’Antitrust deciderà sul dossier entro il 4 aprile, scadenza che però può essere estesa se Arcelor Mittal offrisse concessioni.

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