Luigi Santini: Una scelta innovativa per la sanità campana

Il prof. Luigi Santini, notissimo luminare, chiarisce le ragioni della sua scelta di campo in questa particolare tornata elettorale.

“Sono figlio di questa terra e vorrei servirla il meglio possibile. Mi considero un democratico, legato a una concezione del mondo che privilegia i valori della solidarietà, dell’inclusione sociale, della parità di genere, dell’avversione  a qualunque forma di discriminazione razziale e politica. A ciò si deve aggiungere la propensione alla mediazione nella ricerca delle soluzioni per i problemi da affrontare. Sostengo da sempre l’importanza del dialogo aperto e senza pregiudizi. Per questa ragione ho ritenuto di aderire alla proposta di presentarmi con la lista “Noi Campani”, che appoggia pienamente e solidalmente la candidatura del Presidente De Luca, mantenendo una sua autonomia” – precisa l’illustre clinico.

“La collocazione politica di questa mia candidatura è in coerenza con la mia storia personale e con i valori etici e culturali che ho ricavato dall’insegnamento dei miei i dimenticati maestri. Nel settore sanitario, come in quelli della filosofia, della storia. In particolare, penso con affetto a due grandi personalità come Giuseppe Galasso e Aldo Masullo.   Sono nato e cresciuto in questa Regione; qui ho svolto la mia attività professionale”.

Riguardo all’attuale situazione del Paese e della Campania e ai problemi specifici in campo sanitario, il prof. Santini con una visione strategica chiara, ambiziosa e di grande respiro, precisa: “Tengo a insistere su una cosa detta a Rimini da Mario Draghi. L’ex governatore della BCE ha colto con acutezza un punto nodale del presente e dell’avvenire della società globale: non possiamo lasciare alle giovani generazioni il peso degli errori delle generazioni precedenti. È tempo di coraggiose inversioni di tendenza. È tempo di politiche inclusive, di interventi tesi al benessere comune, che superino antichi e radicati egoismi”.

“La pandemia non soltanto ha creato e sta creando uno sconquasso planetario, ma impone risposte nuove a problemi vecchi e nuovi. Per quanto riguarda l’Italia, vecchie sono le inefficienze e le diseguaglianze, nuovi sono i problemi che il coronavirus ha imposto ai governanti e ai singoli cittadini: occorre una revisione radicale e coraggiosa dei criteri e degli strumenti di intervento delle policies europee, nazionali e locali”.

“Ritengo che le politiche tese alla tutela della salute vadano inquadrate e connesse in strategie di più ampio respiro. Ciò implica guardare alla sanità come un tassello di un mosaico nel quale essa sia collegata strettamente ad altri problemi da affrontare. Faccio qui solamente l’esempio dell’ambiente: è quasi banale ricordare quali influenze sulla salute abbiano tutte le attività e le azioni potenzialmente lesive della salute. Si va dalla cattive abitudini di tanti fino a comportamenti criminali di stoccaggio di rifiuti tossici. Il discorso riguarda l’insieme delle strategie di governo della Regione. Ovviamente, per trovare le soluzioni più idonee, occorre mettere insieme competenze ed esperienze di diversa natura. È quello che occorre fare. Saperlo fare è ciò che si definisce ‘buon respiro’”.

Per raggiungere gli obiettivi, secondo il luminare, “il primo passo sarà quello della valutazione delle compatibilità. Economiche, in primo luogo. E non mi riferisco tanto alla quantità di risorse economiche, quanto piuttosto al loro utilizzo. Evitare sprechi, sovrapposizioni di competenze, incongruenze organizzative, responsabilizzare al massimo i dirigenti delle strutture sanitarie sono i passi obbligati da compiere per ottenere nel tempo il risultato di un sistema sanitario regionale all’altezza dei suoi compiti, riconosciuto nella sua efficienza dai cittadini quale struttura cardine del diritto costituzionale di tutela della salute. Sono convinto che le esperienze compiute, le scelte compiute dall’amministrazione regionale, con le inevitabili pecche di ogni organizzazione, saprà rispondere adeguatamente al dovere istituzionale di salvaguardare la collettività, sia nei casi di emergenza (come è il covid 19), sia nella gestione della normalità

Santini conclude: “Ho l’ambizione di poter contribuire, se il voto degli elettori me ne darà facoltà, a ridare slancio ad una Regione che ha tutte le potenzialità per uscire dalle difficoltà presenti; che può far leva su una storia millenaria, che ha bellezze naturali ineguagliabili, che gode di un patrimonio artistico e culturale invidiato da tutto il mondo; che per intelligenza, volontà e abnegazione dei suoi abitanti non è seconda a nessuno. Non mi nascondo che sarebbe un compito arduo e denso di complessità, ma proprio la mia professione mi ha insegnato che non si può restare fermi, che occorre agire, anche nelle condizioni più critiche, partendo dal presupposto che puoi farcela. Anzi, che devi farcela!”.

Teresa Lucianelli

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