L’Onu si schiera apertamente contro Trump su Gerusalemme

I caccia israeliani hanno colpito  due postazioni militari di Hamas nella Striscia di Gaza in un raid di rappresaglia per il lancio di missili  che hanno colpito due case nel sud di Israele, senza fare vittime. Lo ha reso noto l’Esercito israeliano che, in un tweet, ha affermato la responsabilità ‘dell’organizzazione terroristica Hamas per gli atti ostili partiti da Gaza’.

I missili sparati dai caccia israeliani hanno colpito i target ma non avrebbero fatto vittime, secondo fonti sanitarie. I razzi hanno raggiunto le comunità agricole di Nativ Hasarah e Yad Mordecai, secondo quanto riferito dall’esercito israeliano.

Più di dodici razzi sono stati esplosi dalla Striscia di Gaza da quando il presidente statunitense Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele, suscitando l’appello di Hamas a una nuova Intifada. Intanto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato  la bozza di risoluzione presentata dall’Egitto per respingere la decisione annunciata il 6 dicembre dal presidente americano di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di volervi trasferire l’ambasciata di Washington.

‘Qualsiasi decisione e azione che si presume di aver alterato il carattere, lo status o la composizione demografica della Città santa di Gerusalemme non ha effetto legale, è nulla e deve essere revocata in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza’, si legge nella bozza di risoluzione. Nel documento viene anche chiesto di risolvere lo status di Gerusalemme attraverso i negoziati e di respingere profondamente le recenti decisioni sullo status di Gerusalemme.

Gli Stati Uniti non vengono mai menzionati. La bozza di risoluzione chiede anche agli Stati membri delle Nazioni Unite di non spostare le proprie ambasciate o missioni diplomatiche a Gerusalemme.

‘Un insulto che non dimenticheremo mai’, così l’ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Nikky Haley ha definito la proposta dell’Onu di mettere ai voti una risoluzione di condanna contro la scelta della Casa bianca di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele; proposta che ha raccolto 14 adesioni su 15 voti disponibili.

Dopo il voto gli Stati Uniti hanno messo il loro veto, sottolineando il continuo e costante impegno finanziario di Washington nei confronti del popolo palestinese.

Gli Stati Uniti, ha spiegato Haley,  non sono mai stati più impegnati per la pace in Medioriente; ci siamo impegnati prima che il presidente annunciasse il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele e continuiamo a assere impegnati oggi.

 

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