Lite a “L’Arena” tra Massimo Giletti e Mario Capanna

Violenta lite in studio a L’Arena tra Massimo Giletti e Mario Capanna. Da settimane infatti i due si stanno punzecchiando a distanza sul tema dei vitalizi dopo che l’ex eurodeputato e parlamentare, volto storico di Democrazia Proletaria, era intervenuto al programma radiofonico La Zanzara, su Radio 24, dicendo in maniera forse provocatoria: “Prendo un vitalizio di 5mila euro al mese, ma non sono un privilegiato”. Dopo un violento botta e risposta in trasmissione Giletti scaraventa a terra il libro “Storie di un impegnato”, che parla di Capanna e manda infuriato in onda la pubblicità. Attimi lunghissimi, in cui il presentatore non riusciva ad andare avanti con serenità, indispensabile dote per un conduttore di una rete televisiva primaria, leggi Rai 1. Il fatto è accaduto nel corso della prima parte dell’Arena e la trasmissione, come dicevo, viene momentaneamente sospesa. Alla ripresa Giletti prende atto dell’inopportunità del suo gesto inqualificabile e raccoglie il libro. Massimo Giletti non accettava la posizione di Capanna per cui i vitalizi sono un diritto acquisito. Giletti definisce gli stessi che “privilegi” e non diritti. Diritti acquisiti da parlamentari e consiglieri meritevoli esclusivamente dell’essersi seduti appena un giorno nella loro poltrona e che ricevono anche pensioni d’oro. Il dibattito è molto acceso e Capanna non accetta le accuse di Giletti, che confessa di essere stato minacciato di querela dal politico per le frasi rivoltegli la scorsa settimana. Capanna parla a lungo ma incalzato dal giornalista ha difficoltà a ribattere in uno studio visibilmente arrabbiato per il tema in discussione. Mario Capanna è un politico e scrittore italiano ed è stato fra i principali leader del movimento giovanile del Sessantotto. Nel 1967 inizia la contestazione studentesca ed è espulso dall’Università Cattolica poco prima di laurearsi con il professor Emanuele Severino. Passa alla Statale,  dove otterrà la laurea in filosofia, diventandone subito il leader studentesco principale. Coordinò le lotte che il Movimento Studentesco effettuò in tutta Italia, ed ebbe violenti scontri con le forze dell’ordine e con i militanti dell’estrema destra. Fu quasi linciato da giovani appartenenti al Movimento Sociale Italiano nel 1969. La notorietà ottenuta spinse Capanna ad entrare in politica e nel 1976 aderisce, con il Movimento autonomo degli studenti di Milano, al Partito di Unità Proletaria per il Comunismo. In seguito, dopo la scissione con la sinistra confluirà con essa in Democrazia Proletaria, di cui fu il punto di riferimento mediatico e segretario nazionale dal 1984 fino al 27 giugno 1987,  quando si dimise. Nelle liste di DP Capanna era diventato deputato europeo nel 1979 e deputato nazionale dal 1983 al 1987. Nel 1989 aderì al gruppo misto della Camera dei deputati, e pochi mesi dopo partecipò alla nascita di un nuovo movimento politico italiano: i “Verdi Arcobaleno”, formazione della sinistra ambientalista. Capanna è stato anche consigliere regionale in Lombardia e comunale a Milano. Nel 2015 è salito agli onori della cronaca per essere uno dei 54 firmatari del ricorso avverso la riforma dei vitalizi della regione Lombardia ed ha affermato alla trasmissione “la Zanzara” di RADIO 24 di aver presentato ricorso per difendere la pensione di tutti gli italiani.

Cocis

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