L’Italia e le illusioni del 93′ 94′

L’Italia del 2017 proiettata verso le elezioni del 2018, sembra voler imitare, a tutti i costi, la stagione del 93′ e 94′ che segnò il passaggio alla cosiddetta Seconda Repubblica.Una sorta di limbo illusorio e di eterna immobilità, un ritorno del sempre uguale che cerca a tutti i costi di non vedere quanto il mondo sia cambiato e mutato con una radicalità assoluta. In quegli anni si discuteva di riforme delle pensioni, del debito pubblico che ormai schiacciava il Paese. Oggi si discute delle stesse cose. Niente è cambiato! Nel frattempo si sono alternati governi di centrodestra e di centrosinistra e il nostro debito pubblico è aumentato sempre di più, con il rischio concreto di schiacciarci. Una cosa è cambiata: la lira è stata sostituita dall’euro. Berlusconi ancora oggi è il protagonista assoluto della vita pubblica italiana. Identico è rimasto il grido di allarme contro il cavaliere, con toni da psicodramma, proprio come tanti anni fa.Si riapre proprio come in quell’epoca il fuoco di fila delle procure, circa i rapporti tra Berlusconi e la mafia. Solita risposta di Berlusconi che parla di una giustizia ad orologeria ispirata da una magistratura politicizzata. Come nel 93′ si vota con una legge elettorale diversa da quella con cui è stata eletto l’ultimo Parlamento. Allora il Cavaliere intuì e capì bene i meccanismi del Mattarellum, mentre la sinistra passava il tempo a deridere la discesa in campo del ‘parvenu della politica’, e non si accorgeva che di lì a poco avrebbe subito una sonora sconfitta. Oggi si è appena varata una legge elettorale che ha lasciato molto malcontento nelle file della Sinistra. Essa dovrebbe favorire le coalizioni, ma intanto l’unica coalizione, anche se ancora recalcitrante, sembra il centrodestra, mentre nel capo avverso i litigi non sembrano attenuarsi. Ecco, allora riaffacciarsi come allora, il quesito:” Quale potenza occulta favorirà l’avversario?”. Nel 93 fu sotto accusa la televisione, oggi il Web. Tutto cambia affinchè nulla cambi, anche se tutto è cambiato nel frattempo, come se la politica malgrado l’irrompere di volti nuovi e forze nuove stesse immobile su un binario parallelo. Quasi che la Terza Repubblica volesse imitare quella precedente.

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