L’istruzione lasciata da parte

L’Italia resta l’unico paese dell’UE senza certezza sul rientro nelle aule, né per la fine di quest’anno scolastico né tantomeno per l’inizio del prossimo anno.

L’istruzione è sempre stata la base di ogni forma di collettività per la civile convivenza, in un momento difficile e complicato come quello attuale pensare al futuro dovrebbe ancora maggiormente significare pensare alle future generazioni, passando inevitabilmente dal pianificare il futuro della scuola. La ministra Azzolina prende tempo, attendendo l’ormai inflazionato parere del Comitato Tecnico Scientifico, ma gli altri paesi dell’Ue hanno già una programmazione chiara, viene difficile da pensare ad un minore interesse da parte di altri stati nei confronti della salute dei propri studenti; piuttosto sembra che solo l’Italia non ritenga far ripartire il sistema dell’istruzione al pari di aziende, ristoranti ed altri esercizi commerciali.

La rapidissima conversione allo studio da remoto ha messo in evidenza delle lacune nella strategia del governo, che non è riuscito a comprendere la natura eterogenea delle famiglie italiane, sia dal punto di vista economico( con la mancanza di strumentazione adeguata)che dal punto di vista occupazionale e sociale, data la.difficoltà nello stare a casa con i figli o nel fidarsi in piena pandemia nel portare a casa estranei nel servizio babysitting.

 

 

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