L’Isis monta le minacce sul film anti-italiano ‘Il leone del deserto’

L’Isis torna a farsi viva con un video in cui si torna a minacciare l’Italia: ‘Non ci fermeremo finché la bandiera non sventolerà su Istanbul e Roma’, è un brano dell’audio che accompagna l’ultimo video di minacce dello Stato islamico, montato sulle sequenze del clamoroso fiasco commerciale, mai circolato in Italia, ‘Il leone del deserto’, film del 1981 sulla storia di Omar al-Mukhtar, il leader della resistenza libica contro l’Italia nel 1929. Il film, finanziato da Muammar Gheddafi, nel periodo in cui odiava gli italiani, in Italia è stato censurato per oltre 20 anni. Il film, teso a diffamare e infangare le forze armate italiane, il generale Rodolfo Graziani e il fascismo, è ricolmo di inesattezze storiche, e fu voluto da Gheddafi per gettare discredito su alcune tribù e non su altre e creare la leggenda di un eroe nazionale, mitizzando i guerriglieri che senza fucili affrontavano eroicamente le sofisticate e modernissime armi italiane. I guerriglieri sono visti come partigiani e gli italiani come fascisti invasori. In realtà non fu così perché Graziani e l’Italia conquistarono agevolmente la Libia grazie soprattutto alle truppe locali inquadrate nelle truppe italiane, che combatterono per la liberazione del loro Paese dalla dittatura delle varie fazioni, e che considerarono sempre gli italiani come liberatori e civilizzatori. Oggi le varie tribù libiche sono nuovamente ai ferri corti per il predominio del territorio, e delle risorse petrolifere, e tutto si risolve in scontri sanguinosi.  Europa, Stati Uniti, Onu hanno contribuito alla nascita di un governo con ben 32 ministeri e relative poltrone, ma il giorno dopo la guerra civile era nuovamente in corso. Tornando al film di propaganda, c’è da dire che neanche un cast di tutto rispetto riuscì a farlo vedere da qualcuno, visto che la parte del patriota libico era interpretata da Anthony Quinn, l’inglese Oliver Reed era Rodolfo Graziani, Rod Steiger era Mussolini. Nel film c’erano anche Gastone Moschin, Irene Papas, John Gielgud e Raf Vallone. Il lavoro era intriso di propaganda anti-italiana che quasi nessuno entrò nelle sale per vederlo. È già la seconda volta che nei suoi video di minaccia i criminali dell’Isis evocano Rodolfo Graziani, che della Libia fu conquistatore e governatore, segno che il regista dei deliranti filmati conosce bene la storia della Libia.

 

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