L’Isis assedia Palmira e minaccia le antiche rovine

Dopo le antiche città assire di Nimrud, Hatra e Ninive in Iraq, anche le rovine romane di Palmira, in Siria, rischiano di essere spazzate dalla furia distruttrice dell’Isis, che ha lanciato un’offensiva nell’area, decapitando tra l’altro 10 soldati lealisti. Fonti locali contattate via Skype hanno riferito  che i jihadisti, provenienti dalle loro roccaforti nella provincia di Dayr az Zor, nell’Est del Paese lungo la valle dell’Eufrate, si sono già impadroniti di Sukhna, una trentina di chilometri a Nord-Est di Palmira, e poi di Amiriyeh, a Nord, e ora cercano di conquistare l’antica città-oasi nel deserto. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), la parte moderna di Palmira, situata a pochi chilometri dalle rovine, è stata colpita con obici di mortaio. La posizione di Palmira è strategica perché situata lungo la strada che taglia il Paese da Ovest a Est, collegando Homs a Dayr az Zor. Alcune decine di chilometri a Nord, inoltre sono situati i pozzi di gas naturale di Shaer, a suo tempo conquistati dall’Isis e poi riconquistati dalle forze lealiste, ma per il cui controllo si combatte ancora. Per questo la zona è una delle più fortificate della Siria. Secondo l’Ondus, 26 soldati sono stati uccisi,  16 in combattimento e 10, appunto, decapitati dopo essere stati catturati. Palmira, antica città semita situata nell’attuale provincia di Homs, fiorì nell’antichità come punto di sosta per le carovane che attraversavano il deserto siriano ed è già citata nella Bibbia e negli annali dei re assiri. Successivamente fu incorporata nell’impero romano. “La tragedia della distruzione incombe ora anche su Palmira, uno dei siti archeologici più importanti e preziosi al mondo”, ha detto Francesco Rutelli, presidente del Partito democratico europeo e dell’Associazione Priorità Cultura, facendo appello alla comunità internazionale perché ascolti la proposta del governo italiano (‘I Caschi per il Patrimonio Culturale’), che viene discussa dall’Unesco e dovrà approdare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, mirante a creare aree di sicurezza per la salvaguardia anche del patrimonio culturale. “E’ doveroso richiedere alle parti in conflitto di non trasformare Palmira in un campo di battaglia e di catastrofe”, ha aggiunto Rutelli. La barbarie jihadista si è già abbattuta negli ultimi mesi su alcuni dei principali siti archeologici nei territori del Nord dell’Iraq nelle mani dello Stato islamico fin dall’estate del 2014. L’Isis ha diffuso anche i video delle distruzioni compiute nel Museo di Mosul, dove erano conservati statue e reperti dell’antica Ninive, oltre che nelle città di Nimrud e Hatra, devastate anche con l’uso di bulldozer. A Hatra, dove nel 1973 il regista William Friedkin girò le prime scene del film ‘L’Esorcista’, i jihadisti si sono anche divertiti a fare il tiro a segno con i kalashnikov sulle antiche statue.

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