Una ragioniera lavora ad un modello 730 nell'ufficio di un commercialista a Pisa, 17 maggio 2012. ANSA / STRINGER

Liquidità e risparmio ai tempi del Covid-19

Le conseguenze dell’epidemia, delle limitazioni agli spostamenti e del lockdown delle attività sulle disponibilità liquide ed economiche delle imprese, dei professionisti e delle famiglie si stanno facendo sentire.

L’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova le finanze di tutti. Le conseguenze dell’epidemia, delle limitazioni agli spostamenti e del lockdown delle attività sulle disponibilità liquide ed economiche delle imprese, dei professionisti e delle famiglie si stanno facendo sentire. Come? Lo vediamo in questo articolo.

La maggior parte delle imprese sono chiuse da due mesi ormai. Per loro l’emergenza Covid-19 si è velocemente trasformata da emergenza sanitaria in emergenza economica. Le problematiche sono tante: non parliamo solo di problematiche relative ai flussi finanziari o economici, ma anche a particolari aspetti che riguardano in maniera importante anche l’organizzazione interna.

L’improvvisa crisi di liquidità causata dal Covid-19 ha messo in ginocchio le imprese del nostro paese. Molte aziende, dalla piccola bottega alla grande impresa si trova già e si troverà a breve a fronteggiare le immediate richieste di pagamento di tutti i fornitori. Nessuna impresa sarà in grado di onorare i propri impegni finanziari.

Ma è solo crisi finanziaria? L’emergenza coronavirus non ha portato solo crisi di liquidità ma ha spazzato via interi comparti economici. Tutte le attività che prevedono il contatto umano e lo spostamento delle persone sono state colpite. La conseguenza per le imprese è il necessario riposizionamento nel mercato.

E i liberi professionisti? Crisi anche per loro. Per il comparto dei servizi professionali si parla di una perdita di fatturato di milioni di euro che gli studi professionali e le società tra professionisti hanno subito a seguito della crisi causata dal Covid-19.

A soffrire della crisi di liquidità sono tutte le principali categorie professionali: ingegneri, architetti, avvocati, notai, commercialisti, medici, etc. Tutti, chi più chi meno. I professionisti non sono affatto una categoria di privilegiati.

Privati del fatturato venuto meno a causa degli studi professionali chiusi o delle limitazioni imposte per osservare il distanziamento sociale, i professionisti si trovano ora nell’impossibilità di onorare con regolarità i propri debiti e le scadenze: affitto dei locali, stipendi dei dipendenti, costosi software gestionali, costi di gestione, pagamento dei contributi previdenziali, etc.

Per imprenditori e professionisti in cerca di liquidità che devono far fronte alle esigenze finanziarie, diviene necessaria l’elaborazione di nuove strategie per affrontare la crisi, il ricorso alle disposizioni governative per il sostegno alla liquidità d’impresa e la rivalutazione con eventuale rinegoziazione degli attuali impegni finanziari.

 Sono molte le persone che, a causa del lockdown imposto dal Governo, si sono trovate di colpo senza lavoro o in cassa integrazione. Per i milioni di lavoratori che dal mese di marzo sono rimasti a casa senza lavorare e che vivono in famiglie monoreddito si è trattato davvero di un duro colpo. Una vera e propria tragedia quando viene a mancare in famiglia l’unica entrata economica.

Per loro l’unica possibilità di andare avanti e sopravvivere è quello di rimandare il pagamento delle bollette, ridurre le spese alimentari, posticipare il pagamento dell’affitto (per chi non è fortunato da avere una casa propria), avvalersi dei vari aiuti di stato disponibili e ricorrere ad un prestito economico da parte di familiari, amici o banche.

Purtroppo, ci saranno famiglie che si troveranno costrette a rinunciare a spese per i bisogni primari come la salute, le prestazioni sanitarie e l’istruzione dei figli e pagheranno il prezzo più alto di tutti.

Per chi in passato ha potuto mettere qualcosa da parte, la crisi può essere un’opportunità di investimento in un’ottica di lungo periodo. Le borse di mezzo mondo, infatti, hanno registrato ingenti perdite. Nel corso degli ultimi due mesi, tutte le azioni delle principali borse mondiali hanno registrato perdite di oltre il 40% e quasi tutti gli strumenti e/o i prodotti finanziari sono stati interessati dal pesante crollo.

Solo poche imprese sono riuscite a tenere duro o hanno registrato solamente un lieve calo fisiologico: quelle che hanno puntato sulla tecnologia o sulla qualità. E sono quelle che ancora riescono a generare flussi di cassa elevati e buoni margini operativi. Non dovrebbe essere molto difficile trovare qualche buona occasione di investimento a patto di essere cauti per evitare che i soldi guadagnati in anni di sacrifici vadano in fumo con investimenti sbagliati.

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