L’incubo del ritorno del coronavirus, nuovo allarme a Wuhan: ‘State a casa’

Guardando alla Cina si pensa che la seconda fase della lotta al coronavirus, quella della riapertura progressiva delle attività possa durare tanto. Forse addirittura più del previsto. Di conseguenza la terza fase, quella che scatta al termine dell’emergenza, potrebbe slittare in maniera anche considerevole. Il sospetto inizia a prendere forma guardando alla Cina (ma più in generale all’Asia), dove si teme un ritorno del virus.

La famosa seconda ondata.

Coronavirus, si teme l’ondata di ritorno: nuova stretta ad Hong Kong, in 600.000 in isolamento nella contea di Jia Superata la fase dura del contagio, le principali città asiatiche colpite dal coronavirus stanno tornando alla normalità. A complicare i piani però ci sono i cosiddetti contagi di ritorno, che hanno rimesso in circolazione il coronavirus. Hong Kong, alla luce dei nuovi casi registrati sul territorio, ha deciso di correre ai ripari chiudendo per altre due settimane le attività che animano la vita notturna come i pub e i ristoranti. Le autorità hanno deciso di chiudere l’aeroporto agli stranieri, mentre chi arriva dall’estero dovrà rimanere in quarantena per 14 giorni. Nella Cina continentale seicentomila persone sono in isolamento nella contea di Jia. Gli spostamenti saranno consentiti solo ai lavoratori, che dovranno però sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea e dovranno indossare le mascherine.

 A Wuhan si registrano 126 nuovi casi di contagio e tanto basta per scattare l’allarme. I cittadini sono stati invitati dalle autorità ad osservare le norme di auto-tutela e soprattutto sono stati invitati a non uscire di casa se non per stringenti necessità.

Come si esce dall’emergenza coronavirus senza vaccino? L’Italia ‘studia’ la Cina Le conclusioni che si possono trarre ad una prima analisi che non necessariamente potrà e dovrà essere applicata all’Italia, è che anche quando si raggiungerà il fatidico momento del contagio zero, alcune misure restrittive – o alcune precauzioni almeno – debbano rimanere in vigore. La riapertura progressiva è un passaggio fondamentale soprattutto in assenza di un vaccino in grado di prevenire i contagi. La consapevolezza è che la trasmissione del Covid-19 non si fermerà come d’incanto nel momento in cui verrà dichiarata la fine dell’emergenza. I contagi saranno rallentati dal fatto che molte persone, avendo contratto il virus nella fase emergenziale, avranno gli anticorpi e non resteranno nuovamente contagiati. Per gli altri bisognerà evitare un nuovo contagio di massa che possa nuovamente mettere a dura prova il sistema sanitario.

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