L’immobilismo dell’ONU riabilita il “mostro”

Gli accordi della base russa di Latakia tra i
vertici curdi ed Assad su avvallo di Vladimir Putin muovono in maniera decisa lo scacchiere internazionale.
Il Presidente Conte è stato il primo leader europeo a comprendere la gravità della situazione, mobilitandosi per il blocco sulla vendita d’armi alla Turchia; mossa giusta, ma probabilmente tardiva. La mancata unità d’intenti dell’ UE e di tutta la comunità internazionale, ha permesso a Putin di porre sotto i riflettori del mondo nuovamente Bashar al Hassad, stavolta sotto una luce diversa, quella del salvatore, addirittura del difensore dei diritti umani; lo stesso presidente colpevole dell’utilizzo di armi chimiche sui ribelli, un dittatore sempre visto finora come un sanguinario ed un personaggio ostile da tutti o quasi i leader occidentali.
Il presidente russo però ha fatto una mossa pesante, forse decisiva regalando un alleato potente come la Siria alle forze curde, contro Erdogan; Damasco infatti ha mosso le sue unità verso Nord, precisamente a Kobane, roccaforte curda strappata all’Isis. Il contestuale ritiro delle forze armate statunitensi e l’attacco da parte delle forze di Ankara ad una troupe di giornalisti, hanno creato il nuovo guardiano della democrazia, oggi la Russia di Putin, ed il nuovo nemico, la Turchia di Erdogan, membro della Nato, sfiduciato, a ragione dai suoi stessi alleati.
Putin comanda il gioco, Assad è il braccio armato, i diritti sacrosanti del popolo curdo sono la causa scatenante, il nemico è Erdogan, l’Ue deve fare la sua mossa : si dia inizio alla partita.
Luigi Viscardi

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