L’Ilva chiude i battenti, anche prete e sindaco tra gli indagati. Cancellieri: “A rischio ordine pubblico”

E’ bufera sull’Ilva dopo che la magistratura ha reso esecutivo il provvedimento di chiusura degli impianti. don Marco Gerardo, il segretario dell'ex arcivescovo di Taranto mons. Benigno Luigi Papa, e il sindaco di Taranto Ippazio Stefano.

Intanto la Procura della Repubblica di Taranto ha delegato la Guardia di Finanza ad eseguire accertamenti a Bari e a Roma in relazione al via libera alla vecchia Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata il 4 agosto 2011 all’Ilva di Taranto, poi riesaminata e approvata alcune settimane fa. Nelle oltre 500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Patrizia Todisco ed eseguita ieri, ci sono anche numerose pagine dedicate ad intercettazioni relative a dialoghi con funzionari regionali sulle prescrizioni ambientali che l’Ilva avrebbe dovuto rispettare.

 

Ilva chiude, operai sul piede di guerra. L’Ilva chiude, ma gli operai non si rassegnano.  Questa mattina  circa un centinaio di  lavoratori hanno tentato di accedere  allo stabilimento, ma i loro badge dopo l’annuncio della sospensione delle attività, sono stati bloccati.

Gli ormai ex dipendenti si sono diretti alla portineria D, dove probabilmente faranno un’assemblea. Intanto questa mattina alle 7 è iniziato lo sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm all’Ilva dell’azienda di chiusura dello stabilimento in seguito ai provvedimenti di ieri della magistratura, tra i quali il sequestro dei prodotti finiti e semilavorati con divieto di commercializzarli. Lo sciopero durerà almeno 24 ore. Dinanzi alle portinerie sono in atto sit-in di lavoratori, mentre qualche momento di tensione si è registrato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare. Ieri l’azienda ha anche comunicato la chiusura dell’area a freddo, facendo rimanere a casa i lavoratori di quell’area.  Confermato per domani il consiglio di amministrazione dell’Ilva  e sempre domani si terrà l’incontro tra azienda e sindacati, già programmato per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria. Giovedì invece il governo ha convocato sindacati ed enti locali a Palazzo Chigi.

 

Calvini, presidente Confindustria di Genova. “Le decisioni dei pm hanno costretto l’Ilva  a bloccare da subito gli impianti a freddo dello stabilimento di Taranto, fatto che ha determinato la messa in ferie di 5000 dipendenti, ai quali, per motivi di sicurezza, sono stati disattivati i badge di ingresso”. “Inevitabilmente – ha sottolineato Calvini – la decisione di bloccare vendita e produzione causerà non solo il blocco dello stabilimento di Genova, ma di innumerevoli altre aziende che senza le forniture dell’Ilvanon possono produrre”. “Dispiace che mentre l’azienda stava cercando di dare attuazione all’Aia, chiedendo il dissequestro degli impianti, necessario per poter implementare il piano industriale, la magistratura abbia preso una decisione così drastica – ha aggiunto il presidente di Confindustria Genova -. Si tratta di uno scenario drammatico che richiede interventi urgenti e straordinari ai massimi livelli istituzionali per ripristinare immediatamente l’operatività degli impianti”.

 

Clini : “Decreto per l’applicazione dell’Aia. “Quello di giovedì non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento, lavoriamo a un decreto per l’applicazione del’Aia”.  E’ quanto ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Clini in merito all’Ilva. “Stiamo lavorando con Monti e i ministri ad una soluzione per l’applicazione dell'Aia, unica strada per il risanamento”. Clini ha poi  precisato che “le normative nazionali ed europee stabiliscono che per l’esercizio di questo tipo di impianti è necessaria l’Aia che è l’unico documento legale che ne regola l’attività. Il problema, oggi, é creare le condizioni di agibilità per cui l'azienda possa rispettarla rigorosamente”. “Io e il Governo andiamo avanti – ha aggiunto – per impedire che si crei situazione per cui non si rispetti la legge e per coniugare lavoro e salute”.  

 

 

Cancellieri: “A rischio l’ordine pubblico”. E sulla vicenda dell’Ilva, è intervenuta Anna Maria Cancellieri. In particolare il ministro teme che possano esserci problemi notevoli per l’ordine pubblico.  “Il rischio c'é – ha detto a margine di un convegno – ed è anche notevole”. “La situazione è molto preoccupante – ha detto Cancellieri – perché i posti di lavoro messi in discussione sono tantissimi, oltre 5000,  non sono solo quelli di Taranto ma riguarda anche l'indotto”. In merito invece all’incontro di giovedì, Cancellieri ha dichiarato di avere fiducia  nella “competenza è dei colleghi. Ho fiducia – ha detto – e spero che vada tutto bene. Teniamo i nervi saldi”.

 

 

Assennato: "Mai ricevute pressioni da Vendola". Il direttore dell’Arpa Puglia Giorgio Assennato, risponde invece alle  accuse del gip Patrizia Todisco, secondo cui  Vendola, insieme ad altri funzionario avrebbe agito  per frantumare Assennato.

“Non ho mai subito alcuna pressione da parte di Nichi Vendola o di uomini del suo staff”, dichiara invece Assennato in un’intervista esclusiva a Vanity Fair.

Da parte sua, anche Vendola, nega un suo coinvolgimento nella vicenda. Intervistato dall’emittente pugliese Telenorba, ha precisato: “Assennato può raccontare – ha detto Vendola – se ha mai subito o pressioni o tirate d’orecchie da parte mia”. Assennato ieri non ha replicato e per oggi ha convocato una conferenza stampa.

 

 

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