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L’Unione Africana invierà osservatori militari e civili in Libia non appena le parti in conflitto concorderanno un cessate-il-fuoco. Lo ha annunciato il commissario per la pace e la sicurezza dell’organizzazione. “Quando avremo il cessate-il-fuoco, dovremo schierare osservatori civili e militari e poi penso che verrà dopo. Se garantiamo l’accordo di pace, in seguito avremo bisogno di ogni tipo di assistenza, forse nel settore della sicurezza dell’esercito”, ha detto Smail Chergui. Secondo Chergui, tutti i Paesi vicini dovrebbero svolgere il proprio ruolo negli sforzi per aiutare la Libia a trasformare questo “capitolo” di guerra, che è stato “molto doloroso” per la sua gente.
La Libia è stata divisa tra due amministrazioni rivali dal rovesciamento e dall’omicidio del suo leader di lunga data Muammar Gheddafi nel 2011. Le tensioni si sono ulteriormente aggravate nel 2019, quando l’esercito del generale Khalifa Haftar con base a est ha lanciato un’offensiva contro il governo di Accordo nazionale (Gna) a Tripoli, che ha ufficialmente richiesto assistenza militare dalla Turchia. A gennaio si sono tenuti a Mosca colloqui intra-libici: le parti in conflitto hanno concordato una bozza di accordo, ma Haftar ha lasciato la capitale russa chiedendo tempo supplementare per rivederlo prima della firma. Lo stesso mese, la conferenza internazionale di Berlino ha riunito le parti in guerra e le principali parti interessate nel tentativo di spingere ancora una volta verso un cessate-il-fuoco. Ai primi di giugno, l’Egitto ha presentato la sua iniziativa di pace al Cairo, delineando un percorso per una soluzione politica in Libia e chiedendo alle parti in guerra di cessare il fuoco l’8 giugno. La proposta è stata respinta da Gna e Turchia.
