Libia ed Egitto chiedono un intervento internazionale contro l’Is

Altri sette raid con decine di morti sono stati compiuti dall’aviazione egiziana contro postazioni roccaforti dell’Isis a Derna, città nell’est della Libia, nella notte scorsa. Lo segnalano media egiziani citando fonti ufficiali libiche. Nelle incursioni condotte da aerei egiziani e libici c’è stato anche un imprecisato numero di feriti, ha sostenuto il comandante dell’Aviazione libica, Saqer al-Joroushi. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è appellato al Consiglio di sicurezza dell’Onu ad adottare una risoluzione per un intervento internazionale in Libia. Lo riporta in esclusiva il sito del quotidiano governativo egiziano Al-Ahram. Nell’intervista, diffusa anche da Radio euro 1, Sisi ha sostenuto che non c’è altra scelta alla luce dell’ accettazione da parte del popolo e del governo libico, ed il loro appello all’Egitto ad agire in questa direzione è che la situazione necessita una risposta in maniera corale. Nell’incursione di metà mattinata, il portavoce del Comando dell’aviazione libico ha precisato che sono state prese di mira postazioni dei militanti dello Stato islamico e di Ansar al Sharia a Derna. I raid aerei egiziani hanno colpito, ifatti, diversi obiettivi tra cui accampamenti dell’Isis a Derna, la città dell’est della Libia dove lo Stato islamico ha creato un “Califfato”, a  Bengasi e Sirte. L’Esercito libico ha fatto sapere che nei raid sono stati uccisi 64 combattenti dell’Isis, tra cui tre dei loro leader. I feriti sono decine, riferisce il sito del quotidiano egiziano Al Ahram. Successivamente almeno 35 cittadini egiziani sono stati rapiti in Libia dopo l’inizio dei raid del Cairo in zone controllate dall’Isis e da Anbsar al Sharia. I sequestrati sarebbero in gran parte lavoratori del settore agricolo. Il presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, ha sottolineato, in una telefonata con l’omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’importanza che il Consiglio di sicurezza si riunisca e che la comunità internazionale decida nuove misure. Anche il nostro premier, Matteo Renzi, ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, con al centro del colloquio la lotta contro il terrorismo, con particolare riguardo alla situazione libica ed ai passi politici e diplomatici, nel quadro del Consiglio di sicurezza Onu, per riportare sicurezza e pace nel Paese: “Non è il momento per l’intervento militare. Vedremo che fare quando sarà il momento ma è bene che sulla una situazione di politica estera delicata il paese non si metta a litigare”. Per  Roberta Pinotti, nostro ministro della Difesa, in Libia “bisogna mettere intorno a un tavolo i soggetti moderati. E dopo questo primo passo c’è la necessità che la comunità internazionale dia una mano alla stabilizzazione interna”. Riassumendo il tutto, e con semplicità, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha chiesto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che autorizzi la creazione di una coalizione internazionale in Libia. “Non c’è scelta ed è solo necessario che il popolo e il governo libico siano d’accordo e ci chiedano di agire. Dobbiamo sostenere la legge e la scelta del popolo in Libia ed ho invitato le numerose milizie che imperversano nel Paese a consegnare le armi e lavorare nel contesto di un’azione civile. I raid aerei condotti sulle postazioni dello Stato islamico (Is) in Libia fanno parte del diritto dell’Egitto all’autodifesa, ha detto dal canto suo il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry: “Dopo la diffusione del video era necessario un attacco e una reazione”, ha affermato Shoukry, riferendosi al video che mostra l’esecuzione di 21 cittadini copti egiziani da parte dei miliziani estremisti. I raid fanno parte del diritto dell’Egitto all’autodifesa per proteggere i nostri bambini. E’ una questione che deve essere compresa. Secondo quanto riportato dal sito del quotidiano Al-Ahram, è iniziato in Egitto il dispiegamento di militari al fianco delle forze di polizia per la sorveglianza di autostrade e luoghi “sensibili” del paese. La decisione, annunciata ieri sera da un portavoce dell’esercito egiziano, è la conseguenza dei provvedimenti adottati domenica dal Consiglio di Difesa nazionale. La crisi in Libia è ancora gestibile, ma la comunità internazionale deve agire rapidamente o nei prossimi mesi la situazione non sarà più controllabile, ha detto il Rappresentante speciale dell’Onu in Libia, Bernardino Leon, secondo il quale la situazione attuale in Libia non è paragonabile a quella in Siria ed Iraq, anche se di recente nel paese nordafricano c’è stata un’avanzata dell’Is in alcune città come Sirte e Bengasi. Ma non credo, ha spiegato, che l’Is oggi sia una minaccia dal punto di vista quantitativo. A propositivo della sua iniziativa che prevede il dialogo nazionale tra le varie forze, il rappresentante dell’Onu ha affermato che o le fazioni trovano un accordo rapidamente o sarà molto difficile farlo in seguito. Credo che i gruppi libici devono essere consapevoli dell’enorme minaccia del’Is.

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