L’Europa rifiuta a Draghi il vertice straordinario sul gas a luglio. Se ne riparla a ottobre

L’Europa rifiuta  la richiesta del premier Mario Draghi di  convocare per luglio un vertice europeo straordinario su gas ed energia. Il fonti europee hanno infatti fatto sapere che “non ci sono piani per un summit straordinario a luglio”. Potrebbe però comunque essere convocato un vertice dei ministri europei dell’Energia, ma la decisione finale spetta al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

“Sui prezzi dell’energia i Paesi sono molto esitanti ad agire: ho chiesto Consiglio straordinario sull’energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre. Per poi discuterne nel Consiglio di ottobre”, ha affermato Draghi:  “Non mi sento deluso da questo Consiglio. Anzi, non mi aspettavo di poter fissare una data precisa per un rapporto completo sulla questione dell’energia: le cose si stanno muovendo, anche se magari non avvengono rapidamente come uno vorrebbe. Certo, “ottobre” potrebbe essere “tardi” per prendere decisioni. Soprattutto se avvengono altre cose sul fronte dell’energia. Ma su questo il Consiglio Europeo è stato aperto, nel senso che per ora non si decide nessun Consiglio europeo straordinario. Ma se la situazione dovesse aggravarsi è chiaro che ci sarà. Non è che facciamo passare un mese e mezzo, anzi due mesi e mezzo senza far niente”.

Mario Draghi ha comunque ricordato che sul tetto al prezzo del gas –  il cosiddetto price cap –  è necessario “agire subito, perché sta succedendo che da un’inflazione che dipendeva sostanzialmente dall’energia, ora dipende anche da altre cose. Questi aumenti si spargono e diventano aumenti di altre merci”. C’è molta consapevolezza rispetto alla serietà della situazione” sull’energia, ha proseguito Draghi: “si è parlato molto di coordinamento e di solidarietà, che certo ci deve essere e ci deve essere anche una risposta a controllare il prezzo del gas. L’obiezione che si fa al price cap è la paura che, in risposta, la Russia tagli le forniture. Ma ormai in Germania stiamo al 50% del flussi. Putin incassa le stesse cifre e l’Ue ha difficoltà immense”.  L’altra faccia della medaglia, spiega il premier, è che “l’Europa ha un potere di mercato per quanto riguarda il gas che viene dalla Russia via tubo poiché non può andare da nessun’altra parte. E questo potere dovrebbe usarlo con il price cap.  Ci stiamo preparando in funzione dell’inverno. Le misure che vengono pensate assicurano che non vi sia emergenza durante l’inverno: secondo tutte le previsioni e gli studi che ho visto, siamo in una buona posizione dal punto di vista dei volumi”.

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