L’eucaristia mafiosa

Mercoledì 7 gennaio al Feltrinelli Point Messina si terrà la presentazione di “L’eucaristia mafiosa. La voce dei preti” Dialogheranno con l’autore Salvo Ognibene, padre Felice Scalia e Nuccio Anselmo, giornalista della Gazzetta del Sud. Modererà l’incontro Valeria Grimaldi, redattrice de I Siciliani Giovani. Il rapporto tra mafia e Chiesa cattolica è stato caratterizzato per lungo tempo da silenzi, mancate condanne, e, nei peggiori casi, da false testimonianze, ricorda l’autore. È stato un percorso interrotto a tratti da moniti di alti prelati, dall’impegno di alcuni ecclesiastici e da alcune tristi morti, come quelle di padre Pino Puglisi e di don Peppe Diana. Percorrendo una linea di ricerca già segnata da due grandi studiosi, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, L’eucaristia mafiosa prende le mosse da cenni storici su questo controverso rapporto, per poi approfondire alcune dinamiche: la presenza della criminalità nella gestione delle processioni religiose; i funerali in grande stile dei capi clan; la “tradizione” di tenere importanti riunioni nell’ambiente protetto dei luoghi sacri, profittando della odiosa analogia tra la ritualità mafiosa e quella religiosa. Di contro, Salvo Ognibene interroga i protagonisti di un’altra Chiesa, cattura le voci di coloro che, con il loro concreto operato, permettono oggi di rivalutare la posizione del clero, non solo al sud ma nell’Italia tutta: Monsignor Pennisi; Don Giacomo Ribaudo; Monsignor Silvagni; Don Giacomo Panizza; Don Pino Strangio, Suor Carolina Iavazzo. Preti e suore che hanno preso posizione e hanno fatto del cattolicesimo, ognuno a modo proprio, uno strumento di lotta alle mafie. Salvo Ognibene nasce a Livorno. Dopo qualche anno torna con la famiglia a Menfi, in Sicilia. Ha studiato giurisprudenza all’Alma Mater Studiorum di Bologna, discutendo una tesi sui rapporti tra Chiesa, mafia e religione. È giornalista (non iscritto all’albo) e arbitro di calcio (A.I.A.). Nel 2011 ha fondato il sito di informazione e dibattito www.diecieventicinque.it e collabora, tra gli altri, con “I Siciliani giovani” e “Telejato”. Impegnato nella promozione della legalità e della cultura antimafia, ha contribuito alla formazione di dossier di denuncia sul fenomeno mafioso in Emilia Romagna.Da diversi anni si divide tra associazionismo e impegno politico, occupandosi anche delle politiche giovanili, studentesche e universitarie.

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