Letta rilancia l’alleanza con Conte

Nella sua relazione alla direzione del Partito democratico Enrico Letta ha spiegato, com’era forse inevitabile alla vigilia di elezioni amministrative in cui Pd e cinquestelle si presentano quasi ovunque insieme, che le alleanze non sono in discussione, «qualunque sia la legge elettorale con cui voteremo». E lo ribadisce proprio perché consapevole, sottolinea, che il suo partito «è largamente consensuale attorno all’idea di un cambiamento dell’attuale legge elettorale».

Alle prossime elezioni, prosegue il segretario del Pd, ritornerà la conferma dell’alleanza con i cinquestelle e con Giuseppe Conte, il quale proprio in questi giorni ripete che occorre smettere di inviare armi all’Ucraina e chiede un voto parlamentare per rimettere in discussione la linea del governo.

Quanto ai referendum sulla giustizia, cambia il merito ma non il metodo: Letta sembra frenare l’entusiasmo di quel pezzo del Pd che aveva parlato di 5 No e spiega con varie circonlocuzioni che la vittoria dei Sì creerebbe più problemi di quanti ne risolverebbe, fermo restando che «il Pd non è una caserma» (ciascuno può insomma fare un po’ come vuole) e fermo restando anche l’impegno del partito a cambiare, ad esempio, la legge Severino.

Ricapitolando, Letta promuove una nuova legge elettorale (proporzionale) che non vuole nemmeno nominare, riforme della giustizia che non passino dai referendum sulla giustizia e una lotta contro i populisti che in Italia sono oggettivamente alleati di Putin senza mai citare i populisti soggettivamente alleati del Pd.

Dalla giustizia alla legge elettorale, dalla politica internazionale alla politica interna, Letta continua insomma a fare il furbo rischiando di finire male lo stesso.

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