L’eterno ritorno di Jeff Buckley

 Jeff Buckley avrebbe compiuto 50 anni il prossimo novembre. E invece le acque scure del Wolf River, fedeli al nome da predatore datogli dai Mohicani, se lo sono portato via una sera di primavera del ’97 trascinandolo fino a quel Curtis Point dove precipitano nel Mississippi. Alla polizia di Memphis ci vollero sei giorni per ritrovare il corpo, ma lui, il figlio di Tim Buckley, era già altrove; tra le braccia di un padre a cui lo legano innanzitutto il cognome e l’ingratitudine del destino. ricordarselo come lo raccontava al tempo l’intensa copertina dell’album-icona ‘Grace’ o come ce lo mettono davanti agli occhi oggi le cover di ‘You & I’, raccolta di provini dimenticati in un cassetto per più di vent’anni che la madre Mary Guibert ha voluto attingere dagli archivi Columbia per far luce sulle appassionate frequentazioni artistiche del figlio. Quelle con cui si guadagnava da vivere cantando nei club della Lower East Side di Manhattan molto prima di ‘Grace’ e il repertorio spaziava dal Dylan di ‘Just like a woman’ agli Zeppelin di ‘Night flight’, agli Smiths. Quasi vent’anni dopo la sua scomparsa, la madre conserva una visione quasi eucaristica della musica di Buckley jr, che la porta a vedere in ogni canzone una comunione al sangue e al corpo di suo figlio.

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