L’Emilia trema ancora, nuova scossa a Ravenna. Nessun danno

Non si arresta lo sciame sismico in Emilia. Una nuova scossa è stata registrata alle 6.08 di questa mattina al largo di Ravenna. Il terremoto è stato avvertito anche a Rimini che dista una cinquantina di chilometri da Ravenna.

Dalle verifiche effettuate dalla Protezione civile non risultano al momento danni a persone o cose nella città di Ravenna.

“Al momento della scossa – spiega Francesca, abitante del borgo San Giovanni a ridosso del centro storico – gli antifurto delle auto parcheggiate in strada hanno iniziato a suonare. La scossa è durata diversi secondi e si è avvertita molto bene anche nelle case ai piani bassi”. Da quanto appreso non risultano esserci danni a persone e cose. Subito dopo la scossa sui social network si è scatenato il tam tam di notizie e non è mancata neanche l’ironia su Twitter. “Avevano detto che il terremoto si stava spostando ad ovest – ironizza un navigatore della Rete -: notoriamente Rimini e Ravenna sono in Piemonte e Lombardia”.

A Modena, si è sentito per pochissimi secondi il tremolio del terreno così come nelle altre cittadine della provincia anche se, a quanto si è appreso, nelle tendopoli come quella di Novi di Modena, non tutti si sono resi conto dell’eco della scossa ravennate. Il terremoto in Romagna, infatti, è stato avvertito maggiormente all’interno delle case in muratura.

Sale a 26 il bilancio delle vittime. Sono 26 le vittime del terremoto in Emilia. Ieri sera l’ultima morte: all’ospedale Maggiore di Bologna, è morta Sandra Gherardi, 46 anni, di Cento, nel Ferrarese. La donna era ricoverata in coma dal 29 maggio quando era stata colpita alla testa, per strada, da oggetti caduti da un tetto. Dopo il ricovero, la donna non ha più ripreso conoscenza. E’ la settima vittima del sisma in provincia di Ferrara, che si aggiunge ai 17 morti nel modenese e alla donna tedesca deceduta per un malore a San Pietro in Casale, nel bolognese, dopo il terremoto del 20. La mattina di martedì scorso, Gherardi è uscita da una farmacia in via Provenzali, ed è stata colpita da calcinacci.

638 scosse dall’inizio del sisma. Sono seicentotrentotto le scosse, delle quali 13 di magnitudo pari o superiore a 4, l’ultima domenica 3 giugno alle 21.21. In totale, 25 le persone che hanno perso la vita e oltre 350 i feriti; quasi un milione gli abitanti coinvolti nei comuni prossimi all’epicentro, oltre 77.000 le imprese industriali e artigianali, a cui si aggiungono 14.000 imprese agricole.

Si tratta del bilancio tracciato in consiglio regionale dall’assessore regionale alla protezione civile Paola Gazzolo, che segue la prima comunicazione effettuata dal presidente della Giunta, Vasco Errani, nella seduta del 23 maggio scorso. Le ultime scosse, ha sottolineato Gazzolo, hanno avuto effetti nefasti anche a livello psicologico sulla popolazione, in quanto sono arrivate quando sembrava che il peggio fosse passato e si potesse avviare la ricostruzione. “Ora – ha spiegato Gazzolo – il nostro primo obiettivo è censire con chiarezza l’entità dei danni su tutto il patrimonio edilizio, pubblico e privato, sugli stabilimenti produttivi, sulle scuole, sul patrimonio culturale e artistico”.  Impegnati sul territorio sono almeno 4.500 persone della protezione civile, un terzo delle quali volontari, e 1.150 Vigili del Fuoco. In questo momento, ci sono 15.574 posti letto disponibili, di cui 12.180 occupati (9.265 nei campi di accoglienza, poco più di duemila in strutture coperte, altri negli alberghi dopo la convenzione stipulata fra Regione e associazioni di categoria). Le scosse telluriche hanno provocato danni considerevoli alle strutture sanitarie: sono stati evacuati gli ospedali di Mirandola, Carpi, Finale Emilia, Bondeno e numerose residenze per anziani.

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Cgil denuncia: in Emilia ricatti per tornare a lavoro. La Cgil denuncia: “Stiamo ricevendo segnalazioni su alcune aziende – ha scritto il sindacato in una nota – che cercano di bypassare l’ordinanza del dipartimento della protezione civile (datori di lavoro che hanno l’obbligo di verificare la sicurezza delle strutture ndr), facendo firmare ai lavoratori liberatorie individuali. Non ci sono aggettivi per giudicare un atteggiamento del genere se non quelli della irresponsabilità e dell’indecenza”. Il sindacato ha ricordato come sono stati diciotto i morti sul lavoro per questo terremoto. Un dato che “ha evidenziato una criticità dell’edilizia industriale che dovrà essere affrontata urgentemente”. Cgil ha annunciato che segnalerà queste liberatorie alla Procura della Repubblica. Il sindacato ha inoltre diffuso uno di questi documenti nel quale viene scritto esplicitamente che “Ciascun dipendente che ritiene opportuno continuare a svolgere la propria attività, libera la proprietà da qualsiasi responsabilità penale e civile”, in allegato l’elenco dei dipendenti che hanno già sottoscritto la liberatoria.

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