Legge elettorale, a che punto siamo?

Settimana cruciale per la legge elettorale. Matteo Renzi ha intenzione di avere contatti con tutti i partiti, per avere maggiore chiarezza, entro domani, giorno della Direzione Pd al cui ordine del giorno è prevista anche la discussione sul sistema di voto.

 ‘Se non ci sono stravolgimenti, noi andiamo avanti con il Rosatellum’,  ha detto nei giorni scorsi, anche perché la legge o si fa entro luglio o non si fa più, è il ragionamento che il segretario dem ha fatto ai suoi, considerando navetta Camera-Senato e tempi tecnici. Altrimenti, se non passa, non passa più nulla, non si fa in tempo.
Trasformare il Rosatellum in un modello tedesco, che garantisca rappresentanza e governabilità. E’ una delle posizioni espresse nei giorni scorsi da Forza Italia che, in tema di legge elettorale, aspetta le mosse – ma soprattutto le parole in Direzione nazionale – del segretario del Pd, Matteo Renzi.  Fi ha presentato solo 4 emendamenti al Rosatellum per trasformarlo in un ‘tedesco vero’.

Da domani, quindi, si potrebbe avere un’idea più chiara di convergenze e ‘alleanze’ in Parlamento sul sistema di voto.

 Ma in cosa sono simili e in cosa si differenziano il Rosatellum e il modello tedesco?

§ Elezione dei parlamentari

– ROSATELLUM

Il 50% dei deputati è eletto in collegi uninominali. L’altro 50% con il proporzionale. I candidati più votati in ogni collegio uninominale (312 alla Camera, 157 al Senato) ottengono direttamente il proprio seggio.

– SISTEMA TEDESCO

Metà dei membri del Bundestag è eletto direttamente dalle 299 circoscrizioni uninominali in cui è diviso il Paese. L’altra metà in base alla percentuale di voti ottenuta dal partito in ogni Land.

§ Soglia di sbarramento

– ROSATELLUM

Nella quota proporzionale è fissata al 5% su base nazionale, sia al Senato che alla Camera, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche per il quale la soglia è al 20% nella regione di riferimento.

– SISTEMA TEDESCO

Rimangono fuori i partiti che non superano la soglia di sbarramento del 5%, né riescono ad eleggere almeno tre deputati attraverso le circoscrizioni uninominali.

§ Scheda

– ROSATELLUM

Si vota su una sola scheda per Camera. Vietato il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale.

– SISTEMA TEDESCO

Ogni elettore ha a disposizione due schede: con una elegge il proprio rappresentante locale al Bundestag (uninominale); con la seconda esprime la propria preferenza verso un partito (proporzionale).

A Montecitorio in molti raccontano che l’accordo Fi-Dem è a portata di mano. Ma la fase è delicata e resta l’incognita del Senato, dove i numeri sono ballerini e i ‘piccoli’ sono pronti a dare battaglia, a cominciare dagli alfaniani.

In tanti temono le forche caudine senatoriali, qualora la riforma elettorale targata Pd-Fi dovesse ottenere il via libera alla Camera. Anche per questo si cerca di tirare nell’accordo anche i grillini.

 Il Movimento 5 Stelle, proprio dal blog di Beppe Grillo, ha chiesto ai suoi iscritti di esprimersi su questo delicato e importante passaggi: ‘Siete favorevoli all’approvazione di un sistema elettorale di impianto tedesco che sia rispettoso della Costituzione, eventualmente con l’introduzione di correttivi di governabilità costituzionalmente legittimi?’. Una consultazione online che si è chiusa ieri alle 19 su Rousseau.

 Secondo il portavoce Massimo Artini, di ‘Alternativa libera’ Renzi, Berlusconi e Grillo, si mettono d’accordo per andare al voto e alzano lo sbarramento per tagliare fuori tutte quelle forze politiche che da sempre portano un contributo positivo al Parlamento.

Parlando della soglia di sbarramento al 5% sulla composizione del prossimo parlamento, i tre leader vogliono di fatto azzerare la pluralità e la rappresentanza politica. Per questo, dice, ci opponiamo con forza a questo disegno perché a decidere devono essere sempre e solo i cittadini con il loro singolo voto.

-Tornando agli alfaniani, ‘Alternativa popolare’ ha presentato 41 emendamenti, due dei quali puntano a stoppare del tutto il testo base del Rosatellum sulla legge elettorale, adottato in commissione Affari costituzionali della Camera.

Il primo (proposta Lupi-Misuraca) interviene sull’Italicum prevedendo la possibilità di coalizioni, sbarramento al 3 per cento ed estensione del sistema al Senato. Il secondo propone l’adozione del sistema tedesco, ma con la possibilità di formare coalizioni con premio di maggioranza per chi supera il 40%.

 Denis Verdini ed Enrico Zanetti insistono sul Rosatellum, proponendo 15 correttivi: introduzione delle coalizioni a livello nazionale nel proporzionale, soglie di sbarramento differenziate, premio di governabilità. E ancora: schede elettorali più chiare, correttivi alle ‘quote di genere’, norme tecniche per rendere meno complessa la presentazione delle liste.

Questi, in sintesi, i contenuti dei 15 emendamenti che ricalcano la pdl ufficiale di riforma dell’Italicum depositata in Parlamento e messa a punto da verdiniani e zanettiani, a firma Parisi-Abrignani.

‘A noi basta andare a votare’,   afferma Luca Zaia, presidente del Veneto ed esponente della Lega Nord: ‘In base a cosa ne verrà fuori  il segretario del partito deciderà se correre da soli o con chi; in base alla prospettiva e alle proiezioni il partito deciderà come posizionarsi’.

Del resto per il leader leghista Salvini, se Renzi e Berlusconi trovano una soluzione veloce noi siamo pronti a votargliela.

 A Montecitorio molti parlamentari scommettono, in caso di accordo sulla legge elettorale, su un voto ai primi di ottobre piuttosto che al 24 settembre, per motivi tecnici. Bisognerà poi capire cosa farà il Colle e vedere se le convergenze siano reali o un bluff.

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