Lega. In Veneto ‘epurati’ sostenitori di Tosi

L’atteso faccia a faccia tra il leader della Lega, Umberto Bossi e il sindaco ‘ribelle’, Flavio Tosi, è stato rinviato. Il primo cittadino di Verona è ancora negli Stati Uniti e al suo rientro troverà non poche sorprese. Ha osato ribellarsi al Senatur e dovrà essere assolutamente ‘punito’. Tosi è un dirigente che piace a militanti e agli iscritti leghisti e quindi, per ora, bisognerà colpire chi crede in lui per togliergli consenso. E in Veneto la dirigenza leghista pro Senatur si è subito messa in azione. A Venezia, città simbolo delle camice verdi, sembra essere in atto una vera e propria epurazione di “tosiani”. Giampaolo Gobbo, segretario veneto del Carroccio, sta firmando da giorni lettere e lettere per ‘cacciare’ i sostenitori del sindaco di Verona. Le 17 della settimana scorsa si aggiungono le sette raccomandate indirizzate ai militanti della sezione di Chioggia (Venezia) firmate ad inizio settimana. A spiegare quanto sta succedendo sul territorio è Massimiliano Malaspina, ex assessore alla Provincia di Venezia, pure lui ‘epurato’. “Dopo di me sono state buttate fuori dal partito altre 17 persone e la loro unica colpa è quella di avermi sostenuto. In una sezione che contava 300 iscritti, alle riunioni non ne partecipano in più di otto, comprese le mogli dei dirigenti”. Ma le espulsioni potrebbero continuare. Secondo il leghista-tosiano nel mirino sembrerebbe esserci anche la sezione contigua di Cavarzere, sempre nel Veneziano. E così la lotta finisce a colpi di ricorsi, carte bollate e violazione di statuti. Fatto sta che la base leghista è in fibrillazione.

Per Matteo Salvini, gli sbandamenti di questi giorni, hanno un unico colpevole: il presidente del consiglio. “Il nostro guaio è il Pdl, la base è stufa di Berlusconi”. L’eurodeputato ribadisce che la Lega è stata e “sarà sempre con Bossi. Dio ce lo preservi”. Le divergenze sulla linea per gli uomini del carroccio non esistono. “Semmai sul rapporto con Berlusconi. In radio, per strada, sul tram la gente è stufa”, dice Salvini. “Il nostro matrimonio con il Pdl è d’interesse e non di amore, l’abbiamo fatto per portare a casa il risultato”. Un risultato, che come in una partita di calcio, però è ancora fermo sullo zero a zero. E la base leghista questo lo capisce ed un pò si sente tradita. Il contrasto tra Bossi e Tosi è un non problema. “In vent’anni anch’io a volte mi sono beccato gli applausi di Bossi, a volte lo ‘stronzo’; l’ho presa come uno sprone. La Lega è per sua natura contro il sistema”.

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