epa08800088 Russian President Vladimir Putin during a working meeting via teleconference call at the Kremlin in Moscow, Russia, 05 November 2020. EPA/ALEXEI NIKOLSKY / SPUTNIK / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT

Le truppe di Mosca in Ucraina, è guerra

Putin parla in tv alla nazione, invoca l’impero russo e l’ex Unione sovietica, poi riconosce unilateralmente l’indipendenza delle province di Donestk e Lugansk, nell’Ucraina dell’est rispetto all’intero Donbass. Lo fa con al fianco i capi dei due ‘Statì ribelli’, scatenando la condanna di tutti i leader atlantisti. Il colpo da teatro è arrivato dopo una durissima arringa contro i dirigenti ucraini, accusati di ogni nefandezza, e contro l’Occidente. La guerra è un dato di fatto, perché in serata Putin abbandona ogni infingimento, confermando di aver dato l’ordine al ministero della Difesa russo di dispiegare forze armate “per assicurare la pace” nel Donbass, in seguito alla richiesta dei leader delle due entità separatiste. E neanche un’ora dopo almeno due colonne di blindati russi sono stati subito avvistati a Donetsk. L’Occidente sotto choc reagisce parlando di sanzioni, Macron – che parla di “discorso paranoico e ideologico” – chiede la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che a sua volta protesta: “È una illegittima violazione dell’entità territoriale dell’Ucraina. Il discorso di Putin e lo schiaffo a Lenin: la storia dell’Ucraina Ucraina Russia, le ultime notizie. Onu: “Si rischia una grande guerra “L’Ucraina ha già perso la sua sovranità diventando schiava dei padroni occidentali”, ha detto Putin. Di fatto il suo è l’annuncio di un’azione di forza e di occupazione territoriale che potrebbe allargarsi in breve a tutta la nazione ucraina di cui ha imputato l’indipendenza, a discapito di porzioni territoriali originariamente russe, a Lenin, il padre del socialismo reale sovietico. Il ministro degli esteri di Mosca Lavrov, dopo le ultime telefonate del presidente francese Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz ieri col leader del Cremlino, sarà comunque a Parigi nel fine settimana per preparare un vertice urgente tra il presidente americano Biden e il capo del Cremlino. Un altro passo verso il conflitto armato. O comunque in direzione contraria rispetto a una de-escalation della crisi ucraina. Il riconoscimento ufficiale, in diretta televisiva, delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk da parte del presidente russo Vladimir Putin, alza ulteriormente il livello della tensione nel Donbass e in tutto il mondo. Anche perché poco più tardi, in serata, due colonne di blindati hanno sconfinato dalla Russia per entrare nel territorio delle autoproclamate repubbliche, sotto il cappello del decreto firmato dallo stesso Putin che invia anche i blindati, seppure in quella che definisce una “missione di peacekeeping”.  E le parole utilizzate dal leader del Cremlino nel corso dell’annuncio, gettano ulteriore benzina sul fuoco: “L’Ucraina non è uno stato confinante, ma parte delle nostra storia. L’Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente come una vera nazione, non ha fatto altro che seguire modelli dall’estero, che non hanno radici con la sua storia”. Il presidente russo ha di fatto definito l’Ucraina uno Stato fantoccio alle dipendenze dell’Occidente. Toni forti che hanno scatenato reazioni altrettanto forti in tutto il mondo.  L’Ucraina ha chiesto formalmente la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Su richiesta del presidente Zelensky ho chiesto ufficialmente agli stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ Onu di aprire consultazioni in base all’articolo 6 del memorandum di Budapest per discutere azioni urgenti volte ad una de-escalation, così come a passi pratici per garantire la sicurezza dell’ Ucraina”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Il messaggio fa riferimento all’accordo del 1994 che garantiva la sicurezza e l’integrità dell’ Ucraina in cambio della rinuncia alle armi nucleari ereditate dall’Urss. Inoltre, il procuratore generale dell’Ucraina, Irina Venediktova, ha annunciato l’apertura di una indagine penale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per aver riconosciuto l’indipendenza delle due repubbliche separatiste del Donbass. Venediktova ha spiegato di agire sulla base dell’articolo 110 del codice penale ucraino, che sanziona “l’appello pubblico a perpetrare azioni deliberate per cambiare la frontiera del territorio dell’Ucraina da parte di rappresentanti dell’autorità”. Le indagini sono rivolte anche al Consiglio di Sicurezza della Federazione russa. Joe Biden firmerà un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, commercio e finanziamenti da parte di cittadini statunitensi nelle o dalle cosiddette repubbliche di Donetsk e Luhansk”. Lo comunica la Casa Bianca, secondo cui questo ordine darà anche l’autorità di “imporre sanzioni su ogni persona determinata a operare in quelle aree dell’Ucraina”. Si tratta di un ‘pacchetto aggiuntivo’ di sanzioni rispetto a quelle già prese in considerazione, che saranno applicate in caso di invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Biden ha avuto una serie di colloqui telefonici con alcuni leader europei, tra i quali il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al quale ha ribadito “l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

“Condanno la decisione della Russia di estendere il riconoscimento all’autoproclamata ‘Repubblica popolare di Donetsk’ e ‘Repubblica popolare di Luhansk’. Questo mina ulteriormente la sovranità e l’integrità territoriale dell’ Ucraina, erode gli sforzi per una risoluzione del conflitto e viola gli accordi di Minsk, di cui la Russia è parte”. E’ quanto ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jen Stoltenberg, sottolineando in una nota che “Donetsk e Luhansk sono parte dell’ Ucraina”. “Mosca continua ad alimentare il conflitto nell’ Ucraina orientale fornendo sostegno finanziario e militare ai separatisti. Sta anche cercando di inscenare un pretesto per invadere ancora una volta l’Ucraina”, ha aggiunto Stoltenberg. “Gli alleati esortano la Russia, con la massima fermezza, a scegliere la via della diplomazia e a rivedere immediatamente la sua massiccia concentrazione militare dentro e intorno all’ Ucraina e a ritirare le sue forze dall’ Ucraina in conformità con i suoi obblighi e impegni internazionali”, ha concluso.

“Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’ Ucraina e degli accordi di Minsk. L’Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l’ Ucraina”. Così su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “L’Unione ribadisce il suo incrollabile supporto all’indipendenza, alla integrità territoriale e alla sovranità dell’ Ucraina nell’ambito dei confini internazionalmente riconosciuti. L’Ue reagirà con sanzioni dirette nei confronti di chi è coinvolto in quest’azione illegale”, hanno quindi affermato in una nota congiunta.

L’Alto rappresentante dell’ Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha confermato che è pronto il pacchetto delle sanzioni dell’Unione europea contro la Russia, in caso di aggressione nei confronti dell’ Ucraina. Secondo quanto riferito dalla Francia, le sanzioni non saranno però indirizzate contro lo Stato russo ma contro “entità ed individui russi”.

La posizione del’Italia è in linea con quella dell’Europa. Riguardo al riconoscimento da parte russa delle repubbliche separatiste del Donbass, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha affermato che si tratta di “un grave ostacolo alla ricerca di una soluzione diplomatica”, ribadendo che “l’Italia continua a sostenere l’integrità e la piena sovranità dell’ Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti”.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres è “molto preoccupato” per la decisione di Vladimir Putin relativa allo status del Donbass e “chiede una soluzione pacifica del conflitto nell’ Ucraina orientale, in conformità con gli accordi di Minsk”. Lo afferma in una nota del portavoce. Per Guterres la decisione della Russia è “una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’ Ucraina e incompatibile con i principi della Carta delle Nazioni Unite”.

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