Le terapie rigenerative per la sordità al congresso Inner Ear

Dal trapianto di cellule staminali alla ricerca di farmaci innovativi in grado di riattivare processi di ringiovanimento dell’udito danneggiato da invecchiamento, traumi o malattie genetiche, alla caccia a soluzioni preventive contro la tossicità di alcuni farmaci indispensabili nella lotta ai tumori che possono danneggiare l’udito, puntando sempre più a un approccio di trattamento della sordità mirata, fatta per il paziente, la cosiddetta terapia personalizzata. Sono solo alcune delle novità che saranno presentate al congresso Inner Ear Biology, che ogni anno riunisce i maggiori esperti mondiali sull’orecchio interno per fare il punto sulla ricerca di base e sulle prospettive traslazionali e cliniche. Quest’anno è l’Università Cattolica di Roma a ospitare fino a domani il 52° Inner Ear Biology Workshop (IEB 2015), organizzato da Gaetano Paludetti, direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche per le patologie della testa e del collo, e da Diana Troiani, docente all’Istituto di Fisiologia umana. Lo scopo del Congresso, spiega Paludetti, è promuovere i progressi in campo audiologico e otologico, favorendo il dialogo tra la ricerca di base e la clinica, grazie all’incontro tra scienziati e clinici provenienti da tutto il mondo. Un campo fondamentale cui attualmente si punta è la terapia con le cellule staminali e terapia genica con la possibilità di stimolare bersagli molecolari al fine di attivare la rigenerazione o la riproduzione delle cellule dell’orecchio interno che purtroppo perdono ogni capacità rigenerativa già prima della nascita, spiega Anna Rita Fetoni, ricercatore presso l’Istituto di Clinica otorinolaringoiatrica della Cattolica e responsabile della segreteria scientifica del congresso. Uno degli obiettivi della ricerca svolta nell’ateneo romano è proprio quello di sviluppare le possibilità di introdurre nella coclea, insieme con l’impianto, cellule staminali e molecole target, con l’obiettivo di migliorare le performance degli impianti cocleari ottimizzandone la funzionalità, ovvero migliorando la percezione e la qualità dei suoni. ‘Il nostro principale filone di ricerca è l’introduzione e la sperimentazione di farmaci innovativi per la riparazione del danno delle cellule ciliate dalla prima fase di sperimentazione ai trial clinici. Abbiamo evidenziato l’esistenza di un cosiddetto periodo finestra in cui un trattamento farmacologico è efficace per prevenire degenerazione e morte delle cellule la cui rigenerazione, è di fatto, impossibile’. Infine, ricerche per migliorare le performance degli impianti cocleari con lo sguardo rivolto all’orecchio bionico. E’un intervento di alto profilo tecnologico, anche se l’orecchio bionico, primo organo di senso in grado di sostituire la funzione del meccanismo uditivo umano, non è una novità in campo sanitario. La procedura è ormai collaudata e nel mondo 220 mila sordi sono tornati a sentire parole, suoni e rumori con l’impianto cocleare. In Italia sono 7 mila 500. ‘Il nostroprincipale filone di ricerca è, comunque,  l’introduzione e la sperimentazione di farmaci innovativi per la riparazione del danno delle cellule ciliate dalla prima fasedi sperimentazione ai trial clinici’,  spiega la dottoressa Fetoni. Abbiamo in particolare studiato molecole presenti anche neglialimenti, vitamina E, acido ferulico, coenzima Q10, acidorosmarinico e la curmumina, dimostrandone l’efficacia suimodelli sperimentali e la sicurezza del loro impiego conpossibilità di effettuare trial clinici con questi principi attivi che,seppure presenti nella nostra dieta, sono insufficienti per la prevenzione della sordità ma potrebbero essere somministratiad alte dosi quando compare una ipoacusia.


Clementina Viscardi

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