Le ragioni politiche dietro la frase di Renzi sulle ‘scuse dovute’ a Berlusconi

Non ha destato grande sorpresa dentro FI la decisione di Matteo Renzi di ‘sdoganare’ in qualche modo il Cavaliere. ‘Amici lo dico forte: la sinistra italiana che oggi sta zitta su Salvini dovrebbe chiedere scusa a Berlusconi. Rispetto alle norme ad personam di Salvini Berlusconi era un pischello’, ha spiegato.

 

L’ex segretario dem, riferiscono fonti azzurre, in questi giorni ha avuto diversi contatti con senatori di FI. Soprattutto con quegli esponenti delusi dall’intenzione di Silvio Berlusconi di non staccarsi dal segretario del partito di via Bellerio. Ha incontrato per esempio l’ex capogruppo a palazzo Madama, Paolo Romani.

Con l’intenzione di capire quanti in FI si attestano sulla sponda anti-Salvini. L’ex segretario dem non pensa che il governo possa cadere a breve. Fino alle Europee l’esecutivo – ha spiegato ai suoi interlocutori secondo quanto viene riferito – andra’ avanti ma poi potrebbe essere necessario unire le forze in Parlamento. Una rete anti-sovranista quindi. È arrivato il momento – osservava ieri alla Camera Ivan Scalfarotto, incaricato da Renzi di coordinare i comitati civici per la resistenza civile – di mettere insieme tutti coloro che non vogliono che l’Italia diventi l’Ungheria.

Dando rappresentanza a chi va in piazza come a Roma e Torino. Guardando soprattutto a chi non ha tessere ma anche a tutti quelli che non si riconoscono in questo governo, da FI a Leu.

Renzi al momento gioca su un doppio fronte. Il primo è quello nel Pd: Sostegno a Minniti ma senza metterci la faccia, l’obiettivo è quello di rivolgersi non tanto al partito,  e ai partiti,  ma alla gente comune. Ma la vera partita è sul dopo. Da qui la domanda che, riferiscono fonti parlamentari, Renzi ha rivolto agli azzurri ma anche ad altri esponenti fuori dal Pd: tra non molto possiamo trovarci sulla stessa sponda: mettere insieme le forze per salvare l’Italia dalla rovina

Nessuna nuova riedizione del ‘Renzusconi’, come in maniera ironica i detrattori dell’ex premier hanno definito l’ormai celebre patto tra FI e Pd sulla legge elettorale. Lo sguardo di Renzi è rivolto verso un orizzonte lungo e, nonostante i rapporti siano rimasti buoni soprattutto con Gianni Letta, non prevede – secondo quanto ha riferito nei suoi incontri – un asse con il Cavaliere.

Non c’è un piano insomma per andare insieme alle Europee, tantomeno alle Regionali. Ma si intravede la possibilità – questa la tesi – di unire le forze qualora la situazione lo dovesse richiedere. Il senatore di Scandicci guarda anche nel campo del centrodestra, sonda il terreno, cercando di capire quanto ‘appeal’ possa avere nell’area moderata un suo eventuale futuro partito. Per ora frena, tenendo conto anche delle opinioni dei suoi fedelissimi.

Ma dopo il congresso i comitati civici potrebbero non essere solo un elemento di affiancamento al Pd. Un bivio che al momento è stato allontanato. Del resto Renzi ha messo nel mirino la coppia Di Maio-Salvini. Si sta concentrando solo, dicono i suoi, in questa direzione.

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