Le minacce di Trump sui dazi alla Cina affondano le Borse

E’ nuovo scontro sui dazi tra Stati Uniti e Cina. La tensione tra i due Paesi, che sembrava essere rientrata, sale nuovamente dopo l’annuncio del presidente Donald Trump di volere aumentare, per la fine della settimana, i dazi sulle importazioni da Pechino. Uno choc per i mercati mondiali che aprono tutti in negativo.  Milano dopo l’avvio degli scambi perde l’1,81%, il Dax l’1,95% e il Cac40 l’1,91%. Lo spread tra Btp e Bund sale a 262 punti base con un rendimento del 2,63% e l’indice di Shanghai composite perde il 5,58%. “Da venerdì prossimo – scrive il presidente americano su twitter – a tutti i prodotti cinesi, per un valore di 200 miliardi di dollari, per i quali i dazi ora sono al 10%, verranno imposti i dazi al 25% che sono imposti a prodotti ‘high tech’ per un valore di 50 miliardi di dollari”. E sarebbe una vera tagliola per l’intero mercato globale. Probabilmente la mossa di Trump può essere letta come un tentativo di costringere Pechino ad accettare le richieste degli Stati Uniti in vista del round finale dei negoziati per l’accordo commerciale. Washington, insomma, starebbe alzando la posta e con questa nuova minaccia vorrebbe piegare le resistenze della Cina su alcuni dossier svantaggiosi per l’America. Una guerra di nervi pericolosa tanto che da Pechino sono arrivate voci di un possibile annullamento della visita a Washington del vice premier Liu He, per il round finale dei negoziati per l’accordo commerciale. “La Cina non deve negoziare con una pistola puntata alla testa”, ha detto una fonte informata delle valutazioni del governo cinese al Wall Street Journal, sottolineando come Pechino sia stata colta di sorpresa dall’annuncio del presidente americano. La fonte precisa che comunque la decisione finale sulla missione del vice premier e quindi sui negoziati non è ancora stata presa.

Ufficialmente, però,  delegazione cinese “si sta preparando per andare negli Usa” per il nuovo round negoziale sul commercio dell’8 maggio, come da programma. Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha aggiunto di sperare che “Usa e Cina possano trovare una soluzione a metà strada”.

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