Le liti perenni tra Pd e M5S alimentano in Conte il terrore che torni Salvini

Dopo il cappotto preso da Partito democratico e Movimento 5 Stelle alle scorse elezioni regionali in Umbria, altre cattive notizie arrivano per la maggioranza di governo. Tutti i sondaggi elettorali e politici danno la fiducia degli italiani nei confronti del governo giallorosso ai minimi termini. Per contro, il nemico pubblico numero uno, la Lega e soprattutto il suo leader Matteo Salvini, continuano ad aumentare i consensi. Vediamo ciò che emerge da un sondaggio di Euromedia  Research, società di statistica del direttore Alessandra Ghisleri.

Colla la fiducia nel governo e addirittura emerge il pronostico che il governo Conte bis, quello con Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva in maggioranza, presto cadrà. Per il 60% degli italiani l’attuale esecutivo cadrà entro la fine del 2019. Inoltre, per oltre il 68% degli italiani, sempre in base al sondaggio di Euromedia Research, questa maggioranza si regge in piedi solo per il terrore di lasciare il governo al centrodestra, cioè non c’è nessun accordo politico, nessuna linea comune. Per questo motivo e per le inevitabili divisioni politiche e programmatiche, 6 italiani su 10 pensano che tra fine 2019 e primi mesi del 2020 l’attuale governo cesserà di esistere e le Camere saranno sciolte.

Conte teme il ritorno di Salvini. Lo stato di lite perenne tra il Pd e il Movimento 5 Stelle potrebbe riportare il leader della Lega al governo. Sarebbe questo il timore, neanche tanto celato, del Presidente del Consiglio.

Il Presidente del Consiglio ha due obiettivi. Superare indenne l’ostacolo della manovra economica e riportare la pace nel governo. La tensione tra il Pd e il Movimento 5 Stelle avrebbe una sola conseguenza: riportare al governo Matteo Salvini che potrebbe fare il suo ingresso trionfale a Palazzo Chigi passando dalla porta principale. Un rischio che Conte, Zingaretti e Di Maio non sono intenzionati a correre.

La quasi frattura nella maggioranza è evidenziata dal Segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti, che ha sollevato dubbi suoi suoi colleghi con un post condiviso sui social. “Toc toc… C’è qualche altro leader che sostiene e che ha voluto questo governo, che lo difende dalle bugie e dagli attacchi della destra”. Lo scopo del numero uno del Pd è quello di provare a ricompattare la maggioranza. Alla luce della distanza politica ed ideologica, la strada percorribile è solo una: combattere il nemico comune, Matteo Salvini. I timori di Zingaretti sono condivisi anche da Giuseppe Conte, che avrebbe espresso le sue perplessità parlando ai suoi collaboratori. Il concetto di fondo è chiaro: i litigi avvantaggiano Matteo Salvini.

Di Maio sembra intenzionato ad accettare l’armistizio con il Pd ma a patto che venga riconosciuto al Movimento 5 Stelle un ruolo primario nel governo: “Sulla manovra siamo molto più soddisfatti rispetto all’inizio. Il governo ha fatto un ottimo lavoro di squadra, ma se è cambiata molto, se le multe sui Pos sono state rimandate e se altre tasse superflue sono state cancellate, è grazie al Movimento“.

 Resta invece da chiarire il ruolo di Matteo Renzi nella maggioranza di governo. Italia Viva sembra poco partecipe, dipinta da molti come un elemento di disturbo. E in effetti sono più i casi in cui i renziani hanno preso le distanze dalla maggioranza che quelli in cui hanno blindato e difeso la coalizione.

Arianna Manzi

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