Le lezioni che arrivano dal dibattito sulle unioni civili

Un argomento centrale per la civiltà del nostro vivere collettivo è stato lasciato alla contrapposizione quasi teatrale fra due minoranze,(quella che si è intestata i diritti e quella che si è intestata i valori), che si sono dimostrate avvelenate dalla presunzione di poter essere o diventare maggioranza in Parlamento. E pur di ottenere il proprio risultato lasciano alla gente il ruolo di spettatori inermi, propensi a pensare che la loro vita quotidiana è governata da altre preoccupazioni. Una società che dimostra una mancanza di coscienza collettiva, in un momento così importante per la vita del Paese, è una società vuota, destinata a farsi gestire dai lobbismi parlamentari e dalle loro estroverse forzature. Occorre, quindi, una fase di riflessione, se non sui contenuti della legge, quantomeno sulla qualità del processo decisionale che su di essa si va esplicando. Il difetto ab origine, è stato quello di varare una proposta di legge prigioniera della contrapposizione di due minoranze e quindi destinata a drammatizzare il suo esito in termini di ‘vincitori e vinti’, senza possibilità di che sarebbero stati vissuti da ciascuna delle parti come una sconfitta. In questa corsa spasmodica verso una vittoria a tutti i costi hanno assunto un ruolo stravolgente prima i mezzi di comunicazione di massa ed i loro strumenti, poi la spinta forzata a decidere con la maggiore rapidità possibile,. Così nel processo decisionale si è voluta creare una favorevole bolla di opinione collettiva, con la mobilitazione dei vari strumenti mediatici ed i loro protagonisti, pronti a schierarsi per condivisione, oppure per elettiva appartenenza. Questa bolla è incombente sul dibattito politico, per cui nasce la necessità di arrivare presto a chiudere il processo decisionale, usando forzature rispetto ai diversi passaggi politici e regolamentari. E non rendendosi conto che così si rischia di far sgonfiare la bolla o addirittura farla scoppiare e nelle prossime settimane non resta altro che correre per salvare il salvabile. L’insegnamento che s43e ne deve trarre da quanto si è fatto fino ad oggi è duplice, e vale per ogni altra legge che abbia la stessa delicatezza socioculturale. Da un lato non è bene montare bolle vd’opinione per condizionare il processo decisionale, e, dall’altro, non è opportuno rendere affannosi i processi decisionali solo per cavalcare l’onda breve di qualsiasi bolla d’opinione. Se solo per un momento la classe politica, si soffermasse su queste due lezioni, le traversie spettacolari di queste settimane non sarebbero avvenute invano.

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