Le coreografie di David Parsons in ‘Parsons Dance’ messo in scena al Teatro Brancaccio di Roma

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, le considerazioni di Barbara Lalle e Roberto Staglianò sullo spettacolo ‘Parsons Dance’ messo in scena al Teatro Brancaccio di Roma. 

 

David Parsons, celebre coreografo americano originario dell’Illinois, icona della post modern dance, è ritornato a Roma. In scena al Teatro Brancaccio dal 9 all’11 febbraio con la sua compagnia di danzatori. Con la loro carica di vitalità, ricca di gioia, le straordinarie doti artistiche e le loro fisicità atletiche hanno letteralmente incendiato gli spettatori in sala dove erano presenti volti noti del cinema, come Alessio Boni, e della televisione, come Camila Raznovic.

Numerosi sono stati gli applausi a scena aperta che hanno sottolineato il lungo momento di pura Bellezza che si è celebrato in uno scambio reciproco di emozioni e di adrenalina. Il pubblico si è lasciato travolgere in religioso silenzio, dal primo all’ultimo momento dello show, mantenendo una costante attenzione per le coreografie eseguite. Difficile però aspettare la fine delle esibizioni per applaudire, così come difficile e innaturale era quella voglia irrefrenabile e contagiosa di muoversi al ritmo della ‘Parsons Dance’

Ahmad Simmons, Elena d’Amario, Eoghan Dillon, Geena Pacareu, Ian Spring, Omar Roman De Jesus, Sarah Braverman, Zoey Anderson / Parsons Dance

Le coreografie originali sono tratte dal repertorio della compagnia. Si inizia con ‘Wolfgang’, interpretato da tre coppie di danzatori, un vero e proprio tributo a quel genio colossale che è stato Mozart e ben venga allora se grazie al balletto le nuove generazioni potranno scoprire la sua musica. ‘Kind of Blue’ è un omaggio a Miles Davis e al Jazz, segue ‘Nascimento’ un altro omaggio alla musica del celebre compositore brasiliano e, dopo ancora, ‘Unexpected Together’ che attinge direttamente dalla street dance alla tradizione urbana di hip hop style e breaking.

Elena d’Amario, Eoghan Dillon, Geena Pacareu, Ian Spring, Omar Roman De Jesus, Sarah Braverman / Parsons Dance

Non può mancare quel numero che è divenuto leggendario, ovvero ‘Caught’ e che, per l’occasione è stato affidato e concesso ad una ballerina, la star italiana Elena D’Amario, tanto precisa quanto espressiva e seducente. L’assolo, definito dalla critica come ‘una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi’ è stato eseguito da pochissime altre interpreti femminili, per lei è sia un privilegio che un attestato della sua indiscussa bravura. Attraverso un disegno originale di luci stroboscopiche, fa vedere solo la performer che saltando regala agli spettatori l’illusione di un volo notturno. Completa la magia il commento musicale di Robert Fripp chitarrista e fondatore dello storico gruppo inglese di rock progressivo King Crimson.

Straordinari i ballerini per il loro virtuosismo e quel giusto mix di sex appeal e di energia esaltati con grazia dagli abiti di scena e da un sapiente lavoro realizzato dal light designer Howell Binkley, vincitore di un Tony Award.

Parsons crea un brand unico di una danza che riunisce e armonizza la fisicità acrobatica con il virtuosismo, l’espressività comunicativa e l’umorismo, la tecnica e la tecnologia. Ogni stile, dal classico al moderno viene contaminato spaziando in un crossover di generi, sovrapponendo linee geometriche o morbide in un sottile gioco degli opposti. Tripudio finale, gli artisti avanzano irrompendo verso il pubblico, sembra quasi di toccarli. Vedendo il loro sudore sui volti e sul collo, si disvela la magnificenza del loro aspetto umano. Fino a qualche minuto prima sembravano divinità sospese tra la terra del palcoscenico e l’aria del Teatro. A sipario chiuso una voce ammonisce che è vietato raggiungere i camerini. Il pubblico potrà incontrare i ballerini nel foyer.

Barbara Lalle e Roberto Staglianò

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