Lavoro. Idv: Monti agita Scalpo art. 18 per nascondere sua incapacità

“Per la seconda volta nel giro di pochi mesi Mario Monti annuncia di volersi presentare a un consesso internazionale con uno scalpo fresco da portare in dono, a riprova delle sue doti di cacciatore di teste. Monti vuol affrettare i tempi per la cancellazione dell’art. 18 perché non ha nient’altro da mettere sul tavolo. Nessun risultato concreto da squadernare. Nessun successo da vantare e rivendicare”. E’ quanto scrive in un articolo pubblicato sul settimanale ‘Gli Altri’ il responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, che aggiunge: “Per gli investitori stranieri il nostro Paese era ad appetibilità zero prima dell’insediamento di questo governo e tale è rimasto dopo il suo inutile intervento. Infrastrutture zero (sempre che non si voglia prendere sul serio la battuta di Passera sull’imminente conclusione della Salerno-Reggio Calabria). Lotta alla corruzione zero, anzi sottozero perché ove passasse il ddl del governo, con la cancellazione della concussione per induzione, la vita degli imprenditori onesti diventerebbe se possibile ancora più difficile. Investimenti e incentivi di qualsiasi sorta, a partire dalla diminuzione delle tasse che portano alle stelle il costo del lavoro, nemmeno a parlarne”. Secondo Zipponi: “L’unica carta che Mario Monti può presentare agli investitori è un mercato del lavoro spogliato di ogni diritto. Si tratta però di una scartina priva di qualsivoglia appeal dal momento che dal punto di vista di un mercato del lavoro sempre più simile a quello degli schiavi la concorrenza globale è imbattibile. Purtroppo l’invenzione di un’inesistente necessità di aumentare la flessibilità in uscita sul mercato del lavoro è destinata ad avere effetti devastanti non solo per i lavoratori, che potranno essere licenziati a piacimento, ma per le stesse imprese, per le quali oltretutto, essendo nella stragrande maggioranza al di sotto dei 15 dipendenti, non cambierà assolutamente nulla”. “Il prezzo di questo intervento, del tutto inutile sia dal punto di vista della lotta alla disoccupazione che da quello degli investimenti esteri, sarà, infatti, la rinuncia definitiva a varare quegli interventi che sarebbero effettivamente necessari e che l’Italia dei Valori ha puntualmente segnalato, indicando per ogni voce la possibilità di reperire i fondi necessari senza aggravare ulteriormente il debito pubblico: contrasto della corruzione, semplificazione reale ed eliminazione delle pastoie burocratiche che rendono un calvario ogni investimento, defiscalizzazione per le imprese che scelgono di restare in Italia invece di delocalizzare e in particolare per quelle che assumono a tempo indeterminato, avvio di liberalizzazioni serie al posto della burletta ammannita qualche mese fa dal governo Monti”, conclude.

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