Lavoro e 3,5 miliardi di italiani disoccupati che non lo cercano

Il recupero dell’occupazione di Aprile è stato un segnale accolto positivamente dal mondo politico ed economico, ma l’analisi di alcuni aspetti del mercato del lavoro italiano testimonia che la strada per il recupero è ancora lunga. Nel Belpaese, infatti, ci sono oltre 3,5 milioni di persone, che pur essendo disponibili a lavorare, non cercano impiego, 1,6 milioni dei quali perché scoraggiati. E’ quanto emerge dalle tabelle Istat sul primo trimestre del 2015. All’esercito degli “ sfiduciati” vanno inoltre aggiunti i circa 3,3 milioni di disoccupati. Nel complesso quindi le persone senza occupazione, ma disponibili sono quasi sette milioni. Il picco è nel mezzogiorno, con 2,280 milioni di “sfiduciati”, in crescita di circa 200.000 unità sullo stesso periodo dell’anno precedente. A queste persone nel sud, si aggiungono 1,5 milioni di disoccupati. Oltre tre milioni su sette di coloro che sono senza lavoro pur essendo disponibili a lavorare, sono persone che hanno meno di 35 anni. In questa fascia d’età (15-34 anni) i disoccupati sono 1.663.000 e sono 1.347.000 quelli che si dichiarano disponibili a lavorare, ma nelle ultime settimane precedenti la rilevazione Istat non hanno cercato un nuovo impiego. Con questi dati, l’Italia si guadagna la maglia nera in Europa per il tasso di attività. Nel nostro paese, meno di due persone su tre, tra i 15 e i 64 anni, è nel mercato del lavoro, ( tra lavoratori e coloro che cercano) ed è il livello più basso in Europa. Si evince, ancora dalle tabelle Istat sulle percentuali di attività in Ue, secondo le quali l’Italia ha fatto passi avanti, in questi ultimi 10 anni inferiori alla media e resta con il 63,9% quasi 10 punti al di sotto della media Ue-28 (72,3%). La responsabilità è soprattutto del basso tasso di attività femminile (54,4%), di oltre 12 punti inferiore alla media Ue e di circa 25 punti rispetto alla Svezia. Con le rilevazioni Eurostat è possibile dimostrare, che anche in Italia meno della metà dei laureati risulta, occupato entro i tre anni dal conseguimento del titolo, una percentuale di quasi 30 punti inferiore alla media europea ( 78,2% nell’Ue a 28). I giovani tra i 20 e i 34 anni che lavorano a tre anni dalla laurea sono il 49,6%. Fa peggio solo la Grecia (45 %).

Fabio D’amora

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