LAVORO. DAMIANO: “DANNI DA FLEX SECURITY, IN ULTIMO ANNO 60% A TEMPO DETERMINATO”

“Bisogna superare la teoria del flex security che ha costruito molte attese e fatto purtroppo molti danni. Purtroppo il mercato del lavoro, per come si è configurato negli ultimi decenni, vede un numero crescente di lavoratori fragili, deboli, precari.” Così Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervenuto alla presentazione svolta all’agenzia Dire de Il lavoro ibrido, il libro edito da Franco Angeli scritto da Francesco Rotondi e Francesca Manili Pessina.
“Tra marzo 2021 e marzo 2022 – ricorda – sono entrati nel mercato del lavoro 800mila nuovi occupati, di cui il 60% a tempo determinato. Dall’ultima rilevazione svolta da Ministero del Lavoro e Anpal, emerge che nel primo trimestre di quest’anno l’occupazione è cresciuta, perfettamente allineata al Pil. È sempre la stessa storia: al 60% per il tempo determinato. Questo è un grosso problema perché nello stock occupazionale, giunto al suo massimo, il lavoro a termine rappresenta il 17% totale. Ed è un problema – conclude – se il 17% diventa 60%, e l’83% diventa il 40%. Qui abbiamo scambiato la flessibilità del rapporto lavoro con la flessibilità della mansione.”

“La pandemia ha forzato la mano, tra i 5 e gli 8 milioni di persone hanno usato non il lavoro agile ma il lavoro da remoto. Bisogna tornare indietro? Di questa esperienza possiamo dire che quasi tutti sono soddisfatti, ho visto pochi insoddisfatti. Adesso si tratta di capire come procedere: legge o contratti? Io lascerei stare la legge, soprattutto di questi tempi, e punterei molto sulla contrattazione.” Così Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervenuto alla presentazione svolta all’agenzia Dire de Il lavoro ibrido, il libro edito da Franco Angeli scritto da Francesco Rotondi e Francesca Manili Pessina.
“Il lavoro agile è subordinato – precisa – che si svolga in presenza o a distanza non cambia nulla: ha stessi diritti, doveri, paga e benefici. Il salto di paradigma vuol dire però anche un cambiamento di approccio culturale da parte di imprese e lavoratori, ci deve essere la convergenza e la voglia di sperimentare qualcosa che è piaciuto”.

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