Oggi 15 gennaio, è l’ottavo anniversario del famoso atterraggio di emergenza del pilota americano Chesley Sullenberger sul fiume Hudson a New York. Un episodio che sarà ricordato come uno degli atterraggi di emergenza più spettacolari di sempre. A bordo dell’aereo c’erano 155 persone che, da New York, dall’aeroporto LaGuardia, sarebbero dovute arrivare a Charlotte, nella Carolina del Nord. Il pilota Sullenberger lavorava nell’aviazione civile da quasi trent’anni ed era esperto di sicurezza del volo. Non sapeva che da lì a pochi minuti sarebbe diventato un eroe nazionale.
Pochi minuti dopo il decollo uno stormo di oche si schiantò contro l’aereo e alcune vennero risucchiate dai motori dell’Airbus (dell’US Airways), danneggiandoli entrambi. Subito dopo l’aereo cominciò a perdere quota. Non tutti i passeggeri si resero conto di quello che stava accadendo, ma si sentì benissimo lo scoppio dei motori e dagli oblò si vide chiaramente la scia di fumo.
Il pilota diede subito l’allarme alla torre di controllo. Gli venne suggerito di tornare indietro per compiere un atterraggio di emergenza su una delle piste dell’aeroporto, ma il si rese conto che non ce l’avrebbe mai fatta. New York era troppo vicina. Il rischio di compiere una strage era troppo alto. Decise così di provare un atterraggio di emergenza sul fiume Hudson, che scorreva a poche centinaia di metri.
L’atterraggio riuscì. Planò in modo da non subire un forte impatto sull’acqua, e tutto questo a motori spenti. Lo schianto aprì uno squarcio e l’aereo cominciò ad imbarcare acqua. Fortunatamente tutti le persone furono messe in salvo. Il pilota fu l’ultimo ad uscire, in quanto si accertò che tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio si fossero messi in salvo.
Dopo questa vicenda, Sullenberger divenne un eroe nazionale.