L’arte shockante e il paradosso della censura: ‘Glory Wall’, vincitore della Biennale Teatro 2020 al Teatro Vascello di Roma

Che cos’è la censura? Si può parlare della censura senza essere censurati?
Questo il tema scelto per la Biennale Teatro 2020 di cui Leonardo Manzan ha vinto il premio come miglior spettacolo rispondendo al quesito filosofico con l’autocensura, cioè ponendosi dietro a un muro, il Glory Wall.
D’altronde l’arte non esisterebbe senza un muro da oltrepassare, senza censura non c’è arte, l’arte è scandalo e lo scandalo viene censurato, e l’esito è un paradosso circolare di idee.
Il pubblico si trova spiazzato davanti a un muro bianco e Manzan ci interagisce attraverso dei piccoli fori creati al momento, brecce aperte come varchi di passaggio all’espressione artistica che non può non essere irruente e scandalosa.
È questo il messaggio che l’autore e regista vuole mandare, immaginando l’arte come un Glory Wall e un Glory Hole, richiamato per assonanza. Glory holes sono i fori nel muro da cui escono mani, braccia e altri pezzi di corpo frammentati che creano forti immagini visive e comunicative, tra cui richiami ai quadri La libertà che guida il popolo di Delacroix, il Flower Thrower di Bansky e Fiato d’artista di Piero Manzoni.
Manzan non omette di coinvolgere il pubblico nello spettacolo che diventa interattivo e dinamico e a caso vengono scelti degli spettatori per interpretare dei personaggi “scandalosi” della letteratura come Pier Paolo Pasolini, Giordano Bruno e il Marchese de Sade. Inizia così un dialogo surreale tra i più grandi pensatori rivoluzionari e libertini che per le loro azioni trasgressive sono stati censurati e per questo degni di onore.
Manzan vuole scandalizzare e risvegliare le menti e lo fa puntando il dito contro di sé e contro ognuno di noi: la censura ristabilisce l’ordine dell’immaginazione della nostra società e noi, pur essendo liberi, ci autocensuriamo. Il nucleo del problema non è la censura che viene fuori di noi, ma quella che sta dentro di noi, noi che non abbiamo niente da dire pur potendo farlo.
Il giovane regista ha affrontato il tema delicato del potere della censura con uno spettacolo provocatorio inquadrandolo da un’ottica moderna e contemporanea, l’effetto finale è una piacevole ventata d’aria fresca.

Glory Wall è in scena al Teatro Vascello di Roma fino al 18/10/2020.
Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.

Prezzi intero € 25, ridotto over 65 €18, ridotto under 26 €15, info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it
per info consultare il sito: https://www.teatrovascello.it/2020/09/12/glory-wall/

 

Leonardo Manzan, classe 92, è diplomato attore alla Civica Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, il suo primo esordio è alla regia con lo spettacolo Its App to You che vince numerosi premi nel 2018, e alla Biennale di Venezia 2018/2019 vince il bando per registi under 30 con lo spettacolo Cirano deve morire. Vince la Biennale Teatro 2020 con Glory Wall.

GLORY WALL

Nuova produzione 2020
di Leonardo Manzan e Rocco Placidi

con Leonardo Manzan, Rocco Placidi, Paola Giannini e Giulia Mancini
scenografie Giuseppe Stellato
light designer  Paride Donatelli
sound designer  Filippo Lilli
regia Leonardo Manzan

produzione La Fabbrica dell’Attore -Teatro Vascello, Elledieffe

Miglior spettacolo de La Biennale Teatro 2020

Maria Teresa Filetici

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