L’appello del papa: ‘Basta brutalità in Siria e in Iraq’

Non cessano in Siria e Iraq, ha detto il Papa, violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi”. Il Papa non li dimentica, e prega perché “si ponga fine alla intollerabile brutalità”. Ha offerto la messa di giovedì per loro, e chiede a tutti di “alleviare le sofferenze di quanti sono nella prova”. Non cessano, purtroppo,  ha detto il Papa dopo l’Angelus , di giungere notizie drammatiche dalla Siria e dall’Iraq, relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare  a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all’intollerabile brutalità di cui sono vittime. Insieme ai membri della Curia Romana  ho offerto secondo questa intenzione l’ultima Santa Messa degli Esercizi Spirituali, venerdì scorso. Nello stesso tempo chiedo a tutti, secondo le loro possibilità, di adoperarsi per alleviare le sofferenze di quanti sono nella prova, spesso solo a causa della fede che professano”. “Preghiamo per questi fratelli e sorelle che soffrono per la fede in Siria e in Iraq, preghiamo in silenzio”, ha aggiunto a braccio, e la piazza è stato in silenzio con lui per un minuto abbondante”. Il Papa ricorda la “acuta tensione” in Venezuela, ricorda “in particolare il ragazzo ucciso pochi giorni fa a San Cristobal” e esorta “tutti al rifiuto della violenza” e che si riprenda “un cammino per il bene del Paese, riaprendo spazi di incontro e dialogo sinceri e costruttivi”.

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