Landini, ‘Blocco dei licenziamenti o sciopero generale’. Confindustria: ‘Costo pesante per lo Stato’

Si infiamma la discussione sul decreto Agosto, e tra i tanti nodi da sciogliere c’è quello del blocco dei licenziamenti, che coinvolge direttamente sindacati e Confindustria. Mentre il governo era alla ricerca di una situazione per superare la fase di stallo, Landini prospettava uno scontro sociale, mentre Confindustria ricordava al governo i costi di un’operazione decisamente poco vantaggiosa per lo Stato.

 Fiutando il rischio di un compromesso nella maggioranza di governo per accelerare la chiusura delle discussioni sul decreto Agosto, Landini entra a gamba tesa nella discussione e lo fa dalle colonne de la Repubblica. “Tutti i licenziamenti vanno bloccati fino a fine anno e i contratti nazionali devono essere rinnovati. Altrimenti per Cgil, Cisl e Uil sarà sciopero generale. Non vogliamo lo scontro, è il momento di coesione e responsabilità, anche delle imprese”. Il sindacato concede due eccezioni, due eventualità a fronte delle quali si potrebbe procedere con il licenziamento. La richiesta è “il blocco dei licenziamenti per tutti fino a fine dicembre, con due possibili eccezioni: le imprese che cessano per messa in liquidazione e se si fanno accordi sindacali fondati sull’adesione volontaria. Altrimenti c’è la mobilitazione“.

Landini manda poi un messaggio a Bonomi, numero uno di Confindustria, contrario al blocco dei licenziamenti. “Cominci a firmare i contratti nazionali. Non facendolo si assume la responsabilità di aprire uno scontro sociale di cui noi non sentiamo il bisogno. Abbiamo chiesto al governo di defiscalizzare gli aumenti salariali dei contratti nazionali e Confindustria potrebbe chiederlo con noi e lo stesso potrebbe fare spingendo per una legislazione che dia validità generale ai contratti nazionali”.

 E in effetti Confindustria non ha mai nascosto la propria posizione contraria al blocco ai licenziamenti e in diverse occasione ha sottolineato quelli che sarebbero gli aspetti negativi per lo Stato. Gli stessi concetti sono stati ribaditi in una nota che si inserisce (dal punto di vista temporale) proprio nel momento della discussione al governo per la messa a punta del decreto Agosto. “Come abbiamo spiegato in un documento inviato al governo due settimane fa, se l’esecutivo intende ancora protrarre il divieto dei licenziamenti, il costo per lo Stato sarà pesante. Come correttamente osservato dall’Ocse e da numerosi economisti, il divieto per legge assunto in Italia – unico tra i grandi paesi avanzati – non ha più ragione di essere ora che bisogna progettare la ripresa. Esso infatti impedisce ristrutturazioni d’impresa, investimenti e di conseguenza nuova occupazione. Pietrifica l’intera economia allo stato del lockdown“, è la risposta di Confindustria ai sindacati.

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