L’altolà di Salvini ad altre due navi Ong in viaggio verso le coste libiche

È ancora il tema dei migranti a dare fuoco alle polveri in Italia e in Europa, dopo che la nave capitanata da Carola Rackete ha forzato il blocco delle acque internazionali e ha trovato alloggio a Lampedusa, con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, all’attacco: “Fortunatamente nessuno si è fatto male ma si è rischiato il morto”.

Il leader della Lega poi delinea il fututro della giovane tedesca: “Se sarà confermata la galera ci sarà il processo, altrimenti è già pronto un decreto di espulsione per piazzarla sul primo aereo per Berlino. La nuova eroina del Partito democratico è stata arrestata. Ho piena fiducia nella magistratura: un atto come quello spero e penso che non possa rimanere impunito, non siamo un Paese servo di nessuno”.

E rincara: “Dal primo all’ultimo i 41 sbarcati dalla Sea Watch verranno ospitati da cinque paesi europei: Francia, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo e Germania. La linea del rigore del governo italiano è servita a svegliare l’Europa”.

Ma la partita con le Ong non sembra essere chiusa. La nave Open Arms si sta dirigendo verso le acque del Mediterraneo antistanti la Libia, dove c’è la rotta più letale per i migranti. E, a poche ore dall’arresto della capitana di Sea Watch, entrata senza autorizzazione nel porto di Lampedusa, il fondatore dell’ong spagnola, Oscar Camps, dice di non temere le possibili conseguenze: “Dal carcere si esce, dal fondo del mare no”.

Salvini ha già messo in guardia tanto Open Arms, quanto l’Alan Kurdi, della tedesca Sea Eye, anch’essa diretta verso il Mediterraneo centrale. Il vicepremier, in una diretta su Facebook, le ha avvertite sulla condotta da tenere: “Ong avvisate, Ong mezzo salvate. Multe, sequestro della barca, divieto di ingresso nelle acque territoriali e in caso di disobbedienza, arresto. Penso che abbiano capito come funziona in Italia, dove finalmente c’è un governo che applica le leggi. Non ci prendono più in giro”.

Camps ha parlato al telefono con l’agenzia Efe mentre si dirigeva verso la Sicilia per imbarcarsi sulla Open Arms, in modo da assumersi la responsabilità di quello che puo’ accadere e proteggere il capitano nel caso gli accada quel che è successo a Carola Rackete, la capitana della nave dell’ong tedesca Sea Watch, che è stata arrestata dopo essere entrata senza il permesso nel porto di Lampedusa per far sbarcare i 40 migranti che aveva raccolto in mare e che erano da 17 giorni a bordo.

“Anch’io lo avrei fatto. Qualunque essere umano, non politico, lo avrebbe fatto. Qualunque…” ha aggiunto Camps. Quanto ai rischi, dice di averli ben chiari: “Ma devo proteggere anche il mio capitano e per questo mi sto imbarcando e ho dato ordini perché si esenti il capitano da qualsiasi responsabilità.

Intanto, il presidente del comitato Schengen, Luca Zoffili, annuncia: “Ho convocato l’Ufficio di presidenza del comitato bicamerale di controllo e vigilanza Schengen, Europol e Immigrazione per mercoledì mattina alle 8.15. All’Ordine del giorno comunicazioni del Presidente sul caso Sea Watch e organizzazione di una missione urgente a Lampedusa composta da deputati e senatori di maggioranza e opposizione per incontrare Forze dell’Ordine e tutti i soggetti che lavorano ogni giorno per la tutela della legge e dei confini”.

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