La vera interpretazione dei sogni
di Gabriella Tupini
«Non è La Smorfia, non è un codice, è frutto dell’esperienza, quella pochi hanno. Si parla dei sogni appellandosi ai manuali, ma interpretare i sogni deriva da un cammino personale e profondo e non si impara dai libri, nemmeno da Sigmund Freud, che fu il primo, almeno tra i moderni, a capirne il senso. Per interpretare i sogni occorre l’istinto, spesso nella realtà mescolato a desideri reconditi, per cui si vede ciò che si vuol vedere, o non si vede affatto..
Scrivo questo manuale per aiutare coloro che non possono permettersi un’analisi o che non riescono a trovare un analista che vada bene, e perché ho letto su internet diverse interpretazioni dei sogni che mi hanno fatto rabbrividire, sembravano un inno alla speranza “abbi fede nel futuro”, o al “buon consiglio del vicino di casa” o al “volemose bene”, o “nun ce pensà che tutto se risolve”.
È importante capire i sogni visto che passiamo un terzo della vita a dormire e sognare, senza capire una virgola di quel che avviene nei sogni, perdendo così un’importante parte di noi. Gli antichi dicevano che ogni sogno non compreso è un’occasione perduta. Invece i moderni hanno fiducia solo nella mente e hanno perduto il rapporto con l’anima. Le emozioni sono bloccate o non comprese. L’analisi del profondo sta scomparendo, per cui la gente starà sempre peggio. Non è un caso che le moderne analisi non tocchino i sogni e ignorino il passato, per poter usare la mente senza intaccare gli schemi. I sogni aiutano a comprendere se stessi, le proprie inclinazioni, i veri desideri e le proprie paure, soprattutto il proprio passato. Quindi, prima di interpretare i sogni occorre conoscersi e distinguere tra realtà e sogno, tra coscienza e inconscio. I sogni non si interpretano con la testa, ma col cuore.
Per esemplificare: per capire i sogni è necessario abbattere più schemi possibile, non vediamo bene noi stessi e il mondo perché abbiamo accumulato tutti gli schemi del patriarcato. Se ce li abbiamo tutti non riusciremo a capire i sogni nonostante l’aiuto di questo libro o altro. […]
- Tupini, Gabriella(Autore)
In genere per interpretare un sogno occorre conoscere la storia e i problemi del sognatore, ma per chi ha lunga esperienza può decifrarli in casi limitati anche senza questi supporti. Non si possono applicare codici, poiché la simbologia varia da sognatore a sognatore, e anche da sogno a sogno dello stesso sognatore. Esistono però dei simboli universali che pian piano spiegherò, simboli con cui non possiamo sbagliare.
Uno di questi simboli immutabili è : l’acqua, il fuoco, la terra, il terremoto, il serpente, l’albero, la casa, il drago, il serpente la sedia, il tavolo, il sole, la luna, il fiore, il topo, il rospo, il cane, il gatto ecc. Di seguito verranno spiegati i simboli minori, ambedue corredati da sogni fatti realmente da persone diverse e interpretati dallo psicoterapeuta, perché a volte l’esempio spiega più di tante teorie.
I sogni sono portatori di elementi che mirano a farci capire chi siamo, cosa vogliamo, come vediamo il mondo, cosa ci ha fatto il mondo e cosa temiamo dal mondo. Pertanto i sogni portano ricordi quasi sempre dolorosi e pertanto dimenticati, perché la mente ci protegge cancellandoci tutti gli eventi che ci hanno fatto soffrire. Il sognatore che vuole scoprire se stesso deve capire ciò che gli è accaduto da bambino, ma questi ricordi in genere sono pieni di emozioni negative, per cui il sognatore da un lato vuole scoprire e da un lato vuole coprire.
Quando nei sogni arrivano emozioni non coscienti diventiamo nervosi o cupi, ci svegliamo male e non sappiamo perché. Sentiamo qualcosa che non sappiamo decifrare. Di solito al mattino il nostro umore risente del sogno notturno anche se non lo ricordiamo. Anche se spesso non diamo importanza ai sogni, risentiamo durante il giorno del sogno fatto durante la notte.
Un percorso interiore, fatto da soli o meglio ancora con un terapeuta competente, mira a decodificare i sogni per scoprire qualsiasi dispiacere abbia influito negativamente sulla vita del sognatore, facendogli provare nei confronti dell’esterno il timore di essere giudicato, di non essere accettato, di avere paura o addirittura procurandogli attacchi di panico. Non illudiamoci, per quanto desideriamo guarire per stare bene e pertanto desideriamo scoprire il nostro passato c’è sempre in noi una parte che lotta per andare avanti e una parte che boicotta per fermare il percorso.»