La tradizione storica e culturale dei pupari

L’Opera dei Pupi, Òpra dî Pupi in siciliano, è un tipico teatro delle marionette, i cui protagonisti sono Carlo Magno e i suoi paladini. Le marionette sono appunto dette pupi, dal latino “pupus” che significa bambino. L’opera è tipica della tradizione siciliana dei cuntastori . L’Opera dei Pupi si affermò nell’Italia meridionale: nella prima metà del XIX secolo a Napoli, grazie a Giuseppina d’Errico, chiamata “Donna Peppa” ed in Sicilia, tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo. Nel 2008 l’UNESCO ha iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità. È stato il primo Patrimonio italiano a esser inserito in tale lista. Riccamente decorati e cesellati, con una struttura in legno, i pupi avevano delle vere e proprie corazze e variavano nei movimenti a seconda della scuola di appartenenza in palermitani o catanesi. La differenza più evidente stava nelle articolazioni: leggeri e snodabili i primi, più pesanti e con gli arti fissi i secondi. Il puparo, curava lo spettacolo, le sceneggiature, i pupi, e con un timbro di voce particolare riusciva a dare suggestioni, ardore e pathos alle scene epiche rappresentate. I pupari, pur essendo molto spesso analfabeti, conoscevano a memoria opere come la Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l’Orlando furioso. Gli esperti e gli appassionati conoscono anche Peppininu, la maschera popolare catanese scudiero di Orlando e Rinaldo. Spesso la rappresentazione si chiudeva con la farsa, uno spettacolo di marionette di tono licenzioso e buffo con temi tratti dai personaggi delle tradizioni favolistiche siciliane. A volte i pupari, per trasmettere contenuti non graditi alle autorità si servivano di un gergo comune ai malavitosi detto baccagghiu, ovvero baccaglio. Una compagnia molto conosciuta è quella dei fratelli Napoli,, fondata a Catania nel 1921 da Gaetano Napoli ed oggi, giunta alla sua quarta generazione, rappresenta la più significativa realtà del tradizionale teatro dei pupi di tipo catanese. Alla Marionettistica Fratelli Napoli è dedicato il Museo e teatro dei Pupi Siciliani alla Vecchia Dogana. Al museo sono esposti i più antichi esemplari di marionette e sono proposti spettacoli e laboratori didattici curati dai fratelli Napoli…L’Assostampa di Catania ha deciso di sostenere una iniziativa per sostenere la tradizione della Famiglia Napoli che rischia di scomparire, assumendo un ruolo attivo per salvaguardare un’eccellenza della nostra cultura. Martedi 4 marzo prossimo, ed in occasione del 30esimo anniversario della morte di Natale Napoli, presso il “Teatro Alliata”, della “Vecchia Dogana” a Catania ci sarà un incontro–evento dal titolo “IL FUTURO DELLA MEMORIA…30 ANNI DOPO”, promosso dal sindacato unitario dei giornalisti e dall’Accademia delle Belle Arti di Catania. Originariamente fu Gaetano Napoli ad inaugurare nel 1921 a Cibali il Teatro Etna, lavorando con pupi alti metri 1,30 e pesanti fino a 35 kg. Vengono quindi messe in scena a puntate cicliche serali tutte le storie del repertorio catanese e nel corso degli anni il mestiere viene arricchito di pupi, scene e cartelli. Di pari passo regole e tecniche di messinscena vengono affinate di figli di Gaetano: Pippo, Rosario e Natale. Nel 1958 partecipando all’Expo Universale di Bruxelles i Napoli ottengono il successo a livello internazionale.
Roberto Cristiano

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